Al termine del 2020 l’Avis provinciale di Modena tira le somme dell’anno più terribile della nostra storia recente, che ha messo a dura prova anche l’intera struttura organizzativa dell’associazione. Il risultato è di quelli che riaccendono la speranza. Sono state 56.143 le donazioni di sangue e plasma raccolte in tutta la provincia, il dato più alto mai registrato nei 70 anni di vita dell’ Avis modenese (il precedente “record” era del 2011 con 56.075).
Significativo l’andamento delle diverse tipologie di donazione: i prelievi di sangue (come richiesto, visto il calo dei consumi) si sono ridotti di 1.443 unità (- 4,3%) mentre quelli di plasma sono saliti di 4.065 unità, ben il 22,80% in più rispetto allo scorso anno. Invariate le donazioni di piastrine che hanno raggiunto quota 1.900. Un esito che la dice lunga sulla risposta dei donatori modenesi, al quale si aggiungono le prime donazioni di plasma iperimmune che hanno preso il via negli ultimi giorni dell’anno. Molto positivo anche il numero dei nuovi donatori con 3.557 persone che hanno fatto richiesta per iniziare a donare, di cui 2.553 hanno già effettuato la prima donazione. Anche questo un dato di rilievo, se si considera che l’attività di promozione sia nelle scuole che nelle iniziative pubbliche dei vari comuni si è praticamente azzerata. Con i nuovi ingressi, ad oggi i donatori effettivi Avis in provincia sono 29.287.
“Nell’anno più buio abbiamo avuto un risultato luminoso – commenta Cristiano Terenziani presidente Avis provinciale – frutto dell’impegno di tante persone che si sono rimboccate le maniche: i dirigenti ed i volontari che hanno garantito la normale attività di tutte le sedi, i nostri medici, i nostri infermieri e il personale tecnico sempre presenti nelle sedute di prelievo, il personale amministrativo addetto alla ricezione dei donatori e alla gestione delle documentazioni, i dipendenti sempre “sul pezzo” anche lavorando da casa. E i nostri donatori, un patrimonio di solidarietà che ha un valore inestimabile al di là dei numeri. Li ringraziamo tutti, perché non solo hanno contribuito a scrivere una pagina importante della nostra storia, ma hanno lasciato alla storia collettiva un esempio di come le grandi prove della vita possano anche far crescere e migliorare”.