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Il comparto dell’Edilizia residenziale pubblica di via Nonantolana ai civici 221-255 sarà recuperato. Al posto dei tre vetusti fabbricati Erp, di cui due già demoliti, sorgerà un comparto con 74 alloggi Erp ed Ers, in due moderne palazzine, e al centro sarà allestito uno spazio destinato a verde pertinenziale, dotato di percorsi ciclopedonali che consentiranno di ricucire le aree tra via Nonantolana, il parco XXII Aprile e la scuola Collodi.

A dare il via libera al piano di recupero di iniziativa pubblica dell’area, con vincolo di esproprio in variante al Piano operativo comunale, nella seduta di venerdì 18 dicembre, è stato il Consiglio comunale di Modena, che ha approvato all’unanimità il Piano urbanistico attuativo (Pua) insieme alla Relazione di controdeduzione alle osservazioni e recepimento dei pareri pervenuti dopo la positiva conclusione della conferenza dei servizi.

“L’attuazione dell’intervento di riqualificazione e rigenerazione del comparto Nonantolana – ha affermato l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli presentando la delibera – è di prioritario interesse pubblico sia perché garantisce l’accesso alla casa ai ceti più fragili, la cui lista di attesa è piuttosto lunga, e ai cittadini che si trovano nella cosiddetta ‘fascia grigia’, sia perché ripensa una zona in grave stato di abbandono dopo la dismissione di numerosi comparti produttivi e con aree di edilizia popolare ormai decadenti. L’intervento si inserisce, infatti, in una più ampia strategia di riqualificazione urbana della Fascia ferroviaria del Quadrante nord, avviata nel 1998. Un nuovo slancio al Piano ha ridisegnato l’area dal punto di vista urbanistico, con l’eliminazione delle industrie da tempo dismesse, e architettonico, con i progetti delle torri dell’ex acciaierie e del museo Ferrari. Si è deciso di procedere con la demolizione degli edifici Erp risalenti agli anni’40, privi di qualità edilizia, con la sostituzione con edifici più moderni, quindi senza consumo di suolo, per una migliore vivibilità degli ambienti e della zona. Due dei tre fabbricati sono già stati demoliti e, nell’ultimo, i proprietari di una delle tre unità residenziali private rimaste sono stati trasferiti recentemente in altro alloggio. Per le altre due famiglie sono in corso approfondimenti per individuare soluzioni alternative”.

Nel comparto, le unità abitative saranno destinate per il 35 per cento all’Edilizia residenziale pubblica (Erp) e per il 65 per cento all’Edilizia residenziale sociale (Ers), con l’obiettivo di dare risposta non solo alle famiglie più deboli, ma anche ai cittadini compresi nella cosiddetta ‘fascia grigia’, che pur non rientrando nei limiti di reddito previsti per l’accesso all’Erp, non dispongono comunque delle risorse necessarie per rivolgersi al libero mercato in vendita e affitto. Gli alloggi saranno destinati principalmente a giovani in cerca di una propria autonomia abitativa e famiglie numerose. Gli alloggi di edilizia residenziale sociale saranno assegnati in locazione per 20 anni a canone agevolato o in locazione permanente in proprietà indivisa.

L’intervento, del valore complessivo di 14 milioni di euro, prenderà il via in primavera e sarà diviso in due stralci. Nel primo, pari a 5 milioni di euro, è prevista la realizzazione della prima palazzina, con 26 alloggi Erp, e delle dotazioni urbanistiche interne al comparto, nella zona già liberata dopo la demolizione dei primi due fabbricati esistenti. L’intervento sarà finanziato con risorse comunali che provengono dal reinvestimento obbligatorio delle entrate derivanti dalla gestione degli alloggi Erp comunali. Le attività di progettazione, aggiudicazione appalto, affidamento e direzione lavori sono state affidate ad Acer Modena tramite apposita convenzione. Una volta realizzata la palazzina, sarà sempre Acer a gestire gli alloggi Erp, che entreranno a far parte del patrimonio comunale indisponibile.

Nel secondo stralcio, del valore di 9 milioni di euro, oltre all’acquisizione dei tre alloggi privati da espropriare, è prevista la realizzazione della seconda palazzina, che ospiterà 48 alloggi di Ers, di servizi integrativi all’abitare (spazi comuni di aggregazione sociale aperti ai residenti del comparto ma anche a residenti del Quartiere), delle dotazioni urbanistiche fuori dal comparto, della progettazione del modello di gestione sociale e della sua condivisione. L’intervento, candidato a finanziamenti regionali, sarà diviso in due lotti, uno di iniziativa del Comune e l’altro di Acer, proprietaria di un terzo dell’area. Per la progettazione esecutiva del secondo edificio, l’Amministrazione comunale valuterà inoltre la possibilità di avvalersi dei contributi che scaturiranno da un concorso di architettura per rendere tale intervento un modello di riferimento futuro per questa tipologia edilizia.

NUOVI ALLOGGI E UN’AREA VERDE

Due palazzine collocate una in fronte all’altra, con cinque piani più il piano terra, garage interrati e sottotetto, che ospiteranno complessivamente 74 alloggi (26 in una e 48 nell’altra), con orientamento secondo l’asse eliotermico e accessibilità carrabile a est e a ovest del lotto. Al centro un’area verde, dove potranno essere mantenute parte delle piante ad alto fusto esistenti oltre all’introduzione di nuove alberature e arbusti, percorsi e aree attrezzate per la sosta pedonale.

Il nuovo comparto Nonantolana sorgerà in un’area di circa 7.845 metri quadrati di superficie territoriale ampiamente inserita nel tessuto urbano del quadrante nord della città, nel quartiere S.Lazzaro-Modena est-Crocetta. L’area è collegata al Quartiere da via Nonantolana e presenta nelle adiacenze fermate del trasporto pubblico, collegamenti viari con il centro cittadino (cavalcaferrovia Menotti e Cialdini) oltre al ciclopedonale del sottopasso ex Benfra. Nel raggio di 500 metri sono presenti numerosi servizi di interesse collettivo, attrezzature pubbliche e private.

Rispetto a quanto consentito dalla normativa, nell’area saranno realizzate 28 unità abitative in meno per garantire sostenibilità e convenienza degli equilibri tra abitazioni e dotazioni accessorie e territoriali. Per gli alloggi è previsto un mix tipologico vario, con una media di 62 metri quadrati a unità. Saranno presenti, inoltre, alloggi al piano terra con il giardino, per ridurre al minimo le difficoltà di deambulazione dei soggetti più fragili e favorire la coabitazione di nuclei famigliari con piccoli animali. Nel progetto è stata posta attenzione alle politiche dell’abitare condiviso, prevedendo superfici integrative all’abitare che potranno ospitare attività di supporto ai residenti e al quartiere.

Nell’area verde centrale, su cui affacceranno entrambe le palazzine, verrà realizzato un passaggio ciclopedonale di collegamento tra via Nonantolana e il Parco XXII Aprile adeguatamente illuminato e dotato di arredi urbani. Sarà inoltre migliorata la connessione ciclopedonale con la scuola “Collodi” attraverso la realizzazione di un percorso protetto da un doppio filare alberato sul margine est del comparto, al confine con l’area di parcheggio. Un terzo percorso protetto sarà inoltre realizzato sul confine nord, in direzione est-ovest, per collegare la zona parcheggio antistante la scuola con il parco XXII Aprile.

 

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

L’approvazione all’unanimità del Piano di recupero del comparto Nonantolana, nella seduta del Consiglio comunale di venerdì 18 dicembre, è stata preceduta dall’intervento di alcuni consiglieri.

Aprendo il dibattito per il Pd, Stefano Manicardi ha sottolineato “l’importanza dell’offerta dei servizi dell’Amministrazione ai modenesi, in particolare sociali e residenziali, in un anno così difficile, così come della rivalutazione dell’intero comparto, migliorandolo sia dal punto di vista urbanistico che sociale. Quest’intervento attesta che la città è effettivamente in movimento, con accortezza e volontà politica, verso un miglioramento futuro. Mi preme sottolineare – ha concluso – come le tre famiglie coinvolte nel processo siano state seguite e tutelate, a dimostrazione che nessuno è stato lasciato solo”. Vittorio Reggiani ha aggiunto che “l’Amministrazione con questa riqualificazione non solo approva un progetto che andrà avanti con le sue gambe, ma mette una ‘bandierina di partecipazione’ perché dedicare un edificio ad alloggi Erp vuol dire assumersi un impegno di fronte al quartiere e alla zona che si va a riqualificare. L’intervento infatti non riguarda solo quell’edificio ma ha ricadute sull’intera zona, come al parco XXII aprile: c’è una necessità non derogabile di fare spazi comuni, coinvolgendo le persone, in modo che vivano davvero il territorio, aprendosi anche alle associazioni”. In sede di dichiarazione di voto, Diego Lenzini ha evidenziato che “questo intervento costituisce una importante riqualificazione urbanistica che ha la presunzione di essere anche sociale, per il luogo e per il contesto. È moderna e si insiste sul verde e sulla mobilità”. Altro elemento fondamentale di questo intervento, secondo il consigliere, è “la sperimentazione per la prima volta di una sostituzione edilizia accompagnata da un percorso che vede le persone spostate momentaneamente e poi ricollocate nella nuova casa nuova: questa è la sfida del futuro”.

Sempre in dichiarazione di voto, Paola Aime (Verdi) ha rilevato che “seguendo il principio di limitazione del danno, dove il danno è il rischio per tante famiglie di non avere una abitazione decorosa e idonea alle proprie necessità, voteremo a favore della delibera”. Più in generale, la consigliera ha tuttavia osservato che “preferiamo progetti di riqualificazione di edifici esistenti e non costruzione di nuovi comparti: ci rendiamo conto che recuperare l’esistente è più complesso, però la politica deve saper immaginare nuovi modelli per il futuro della città”.

Elisa Rossini di Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia si è detta favorevole all’intervento: “In occasione dell’adozione – ha precisato – avevamo sollevato dubbi sul fatto che il recupero potesse avere una visione bucolica e avevamo evidenziato la necessità di avviare il percorso in parallelo con le politiche sociali, così da tenere in considerazione le problematiche relative all’integrazione presenti in quelle zone. Tra le osservazioni accolte abbiamo visto che si poneva l’accento su questo tema e, in Commissione, ci è stato detto che il percorso con le Politiche sociale sarà centrale nella progettazione. Su questo punto manterremo alta l’attenzione”.

Nella sua replica, l’assessora all’Urbanistica e Politiche abitative Anna Maria Vandelli ha parlato dei “nuovi modelli di abitare, che vanno promossi in tutti i modi. La pandemia ha accelerato molti processi, tra cui quello che riguarda le modalità di vita nelle case: occorre attivarsi per creare spazi integrativi all’abitare che possano continuare a portare ‘fuori di casa’ le persone con l’obiettivo di condividere momenti di vita e di lavoro. Serve una evoluzione dalle ‘semplici’ sale condominiali – ha proseguito – ed è necessario creare spazi fisici che si relazionino con l’esterno, in cui svolgere attività in maniera condivisa”.