In questi mesi il Governo nazionale e la Regione Emilia-Romagna hanno chiesto alle palestre un sacrificio importante che la stragrande maggioranza delle stesse ha accettato pienamente, sapendo quanto fosse giusto che ognuno svolgesse in sicurezza, per sé e per gli utenti, il proprio lavoro e la propria funzione sociale e sanitaria.
Ciò ha richiesto l’adozione di stringenti protocolli, che hanno comportato alle imprese del settore investimenti economici molto rilevanti, allo scopo di garantire alti livelli di precauzione applicando le misure richieste, ma anche minori entrate causate dalla riduzione delle presenze.
Peraltro, dall’entrata in vigore dei protocolli (avvenuta a fine maggio), pienamente rispettati dalle palestre, nel nostro territorio non si sono registrati contagi riconducibili a queste attività, segno della bontà del lavoro fatto e della serietà con cui vengono applicati i protocolli sanitari esistenti.
“Qualora emergano irregolarità – commenta Giovanna Cacciatori, Presidente dell’Unione Sanità e Benessere di Cna Bologna – chiediamo che si agisca puntualmente su queste ultime, evitando un ingiusto e immotivato ‘tiro al bersaglio’ verso l’intera categoria, che penalizzerebbe anche chi lavora con serietà e professionalità”.
“Ricordiamo – sottolinea Giovanna Cacciatori – che l’attività fisica e lo sport rappresentano un elemento fondamentale nella prevenzione delle malattie e per una vita in salute. Ecco perché le palestre non ci stanno a passare come untori: i gestori delle strutture di questa provincia sono pronti a sedersi attorno a un tavolo con rappresentanti delle AUSL per migliorare gli attuali protocolli, soprattutto per quelle attività che possono essere considerate a maggior rischio, ma chiudere le palestre significherebbe in molti casi decretare la loro morte e favorire attività abusive e incontrollabili”. Allo stesso modo Cna ha chiesto un confronto su base regionale e nazionale.
Secondo Cna occorre porre la massima attenzione a prendere gli opportuni provvedimenti per fronteggiare alcune situazioni non in regola, facilmente riscontrabili, salvaguardando allo stesso tempo tante attività economiche importanti per il benessere psico-fisico delle persone che svolgono un’opera di prevenzione, di cura e riabilitazione.