“Marinano” la scuola per andare tra i negozi del centro città o dei principali centri commerciali di Reggio Emilia e dedicarsi allo “shopping”. Entrano negli esercizi, si infilano nei camerini prova per staccare l’anti-taccheggio dai capi d’abbigliamento che poi nascondo nei rispettivi zaini. Sono i negozi alla moda del centro commerciale i “Petali” a detenere la “palma” dei più taccheggiati. La “moda” del ladro teenager si conferma a Reggio Emilia anche nello scorcio dell’inizio del corrente anno scolastico: a registrarla i carabinieri del Comando Provinciale, i quali, frequentemente curano interventi nei negozi d’abbigliamento, soprattutto, appunto, del centro commerciale i Petali.
I ladri sono spesso giovanissimi studenti incensurati, anche appartenenti a buone famiglie. Le ultime sono due studentesse di 17 e i 15 anni tradite dalla loro poca esperienza. Sebbene abbiano avuto l’accortezza di staccare i dispositivi anti-taccheggio, danneggiando peraltro i capi d’abbigliamento asportati, non hanno considerato che la loro presenza, nel negozio d’abbigliamento all’interno del centro commerciale preso di mira, era osservata dagli addetti che le hanno seguite fermandole all’uscita. Qui sono giunti i carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Reggio Emilia subito intervenuti su richiesta della responsabile del negozio. I capi d’abbigliamento sono stati infatti trovati dai carabinieri in disponibilità delle due studentesse che si erano appropriate di due maglie e un pantalone del valore complessivo di una settantina di euro. I dispositivi anti-taccheggio erano stati strappati dagli indumenti nei camerini di prova del negozio dove sono stati trovati. In questo modo le 2 ragazze sono uscite senza far attivare l’anti-taccheggio venendo tuttavia raggiunte e fermate da una commessa che non le ha perse di vista fermandole all’uscita sino all’arrivo dei carabinieri.
Accertati i fatti le due minorenni, segnalate per concorso in furto aggravato, venivano condotte in caserma dai carabinieri della sezione radiomobile che hanno curato l’intervento mentre i capi d’abbigliamento recuperati venivano restituiti al negozio derubato. Al termine delle formalità di rito le adolescenti venivano affidate ai rispettivi genitori.