Gli ordini arrivavano anche grazie a messaggi criptati che correvano via WhatsApp. Nonostante la crittografia end-to-end garantita dall’App, i diretti interessati usavano un linguaggio comunque criptico: “Se vuoi io sono operativo” “usciamo per un aperitivo” erano allocuzioni che stavano ad indicare la disponibilità del pusher al cliente, “mezzora” “5 minuti” “45minuti” era il tempo relativo all’appuntamento, lo “ziz” (“hai bisogno di ziz?) era lo stupefacente, “ti devo pensare” era la richiesta fatta dal pusher a cui rispondeva il cliente con un numero (esempio 2 stava a indicare due dosi). Questi gli accorgimenti tipo ricavati dallo smartphone del 35enne reggiano che gestiva l’illecita attività di spaccio di cocaina ed hascisc in favore di numerosi clienti dimoranti tra le province di Reggio Emilia e Modena.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia, condividendo le risultanze investigative dei carabinieri di San Martino in Rio richiedeva ed otteneva dal competente GIP del Tribunale di Reggio Emilia il provvedimento restrittivo di natura cautelare degli arresti domiciliari che veniva eseguito l’altra mattina dai carabinieri di San Martino in Rio nei confronti del 35enne reggiano finito in manette in quanto ritenuto responsabile del reato di spaccio di stupefacenti. L’esame dei tabulati dell’utenza telefonica del pusher consentiva di ricostruire la rete dello spaccio che andava avanti da almeno il 2015 e che ha portato a documentare centinaia di cessioni. Ventiquattro persone sono state segnalate quali assuntori di stupefacenti alla Prefettura reggiana.
Le indagini hanno preso il via l’anno scorso quando il 35enne nel corso di un controllo era stato trovato in possesso di alcuni grammi di cocaina. I precedenti di polizia avuti al riguardo dal giovane, che nel passato era stato arrestato proprio dai carabinieri di San Martino in Rio per reati correlati agli stupefacenti, ha indotto i militari ad approfondire le indagini anche attraverso attività di nature tecniche che hanno portato i carabinieri a ricostruire un biennio di spaccio e a documentare centinaia di cessioni oltreché a risalire al bacino di clienti del 35enne provenienti sia dalla provincia reggiana che da quella modenese che confermavano le risultanze investigative rendendo al riguardo piena collaborazione. Stando ai tipi di stupefacenti, le indagini hanno rivelato che il 35enne era dedito alla compravendita di cocaina ed hascisc. L’uomo l’altra mattina quindi finiva in manette in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del tribunale di Reggio Emilia che accoglieva le richieste della Procura reggiana a sua volta concorde con l’esito delle indagini dei Carabinieri di sammartinesi.