A quarant’anni dalla sua costruzione, un importante luogo d’arte viene restituito alla città di Bologna. Grazie alla Regione Emilia-Romagna e al Comune, che ne hanno finanziato integralmente il restauro, completato in soli due mesi. È il padiglione dell’Esprit Nouveau, replica, fedele in ogni dettaglio, dell’edificio ideato da Le Corbusier; fu costruito a Bologna nel 1977, a pochi passi dalle Torri di Kenzo Tange, in occasione della partecipazione della Francia al Salone internazionale dell’Edilizia (Saie) nel capoluogo emiliano-romagnolo.
L’opera, che sorge in piazza Costituzione 11, è vincolata dagli strumenti urbanistici del Comune di Bologna come “Edificio di interesse storico architettonico del moderno”, assieme a tutto il complesso del Fiera District. In occasione del quarantennale della sua costruzione, grazie all’impegno degli uffici tecnici della Regione Emilia-Romagna e del Comune, sono stati eseguiti consistenti lavori di manutenzione, restauro e messa in sicurezza dell’intero edificio. Un intervento, del valore di 200mila euro, effettuato con la supervisione dell’architetto Giuliano Gresleri, che è anche curatore del restauro.
Presenti all’inaugurazione il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, la vicepresidente, Elisabetta Gualmini, la vicesindaco di Bologna, Marilena Pillati,gli assessori regionali a Cultura e Infrastrutture, Massimo Mezzetti e Raffaele Donini,il presidente dell’Istituto Beni artistici Culturali e naturali, Roberto Balzani, l’assessore comunale alla cultura, Bruna Gambarelli, e l’architetto Giuliano Gresleri, al quale è stata conferita la Turrita d’Oro del Comune di Bologna.
“Riconsegnare alla città di Bologna questo edificio è motivo di orgoglio e soddisfazione- ha sottolineato il presidente Stefano Bonaccini-. Il progetto di riqualificazione che la Regione ha fortemente voluto, promosso e reso possibile, corrisponde all’obiettivo di valorizzare il nostro territorio, e con esso i tanti saperi e le molteplici ricchezze che lo contraddistinguono. Si tratta- ha aggiunto- di un piccolo grande edificio, al cui valore architettonico, storico, ambientale e culturale credo si debba aggiungere anche un valore simbolico, che ha molto a che fare con la storia propria dell’Emilia-Romagna e della nostra gente: la capacità di guardare e interpretare lo spirito di novità in tutti i settori e in ogni tempo”.
“Celebrando oggi i quarant’anni dalla sua costruzione, abbiamo voluto fortemente investire su un bene di grande valore, testimonianza della migliore ricerca in campo architettonico e urbanistico realizzata nel secolo scorso- ha dichiarato la vicepresidente della Regione, Elisabetta Gualmini-. Il padiglione bolognese rappresenta un unicum nel suo genere e, come tale, è oggetto di interesse per i molti appassionati ed esperti del settore. Da qui, la nostra volontà di intraprendere le necessarie opere di restauro per garantirne una prossima riapertura al pubblico. In tempi molto brevi, dopo tantissimi anni, siamo riusciti a far partire il cantiere, a rinnovare esterni ed interni in modo strutturale, rispettando alla lettera i colori e l’arredo dell’originale. Un lavoro straordinario- ha concluso Gualmini- che ha richiesto uno sforzo sia politico che gestionale notevole e un impegno di risorse cospicuo da parte della Regione. Sono grata alla Giunta per aver appoggiato un’iniziativa che sin dall’inizio del mandato ho fortemente perseguito”.
Visite guidate fino al 31 gennaio 2018
L’edificio è attualmente di proprietà del Comune di Bologna ed è stato preso in gestione dalla Regione Emilia-Romagna nel 2011 tramite una convenzione tuttora in corso. Un’ulteriore convenzione tra Regione Emilia-Romagna e Istituzione Bologna Musei- MAMbo consentirà, a partire da sabato 11 novembre fino al 31 gennaio 2018, per tutti i sabati e domenica (escluso 24 e 31 dicembre), di visitare il padiglione con una guida. Le visite guidate sono a cura del Dipartimento educativo MAMbo.
Il padiglione dell’Esprit Nouveau di Bologna
Il padiglione dell’Esprit Nouveau è una replica, fedele in ogni dettaglio, dell’edificio ideato da Le Corbusier e Pierre Jeanneret per l’Esposizione universale di Parigi del 1925, poi demolito. Situato nel parco di fronte all’area fieristica (piazza Costituzione 11), a pochi passi dalle Torri di Kenzo Tange, fu inaugurato il 6 ottobre 1977 in occasione della partecipazione della Francia al Salone internazionale dell’Edilizia (Saie) di Bologna.
A cinquant’anni dalla demolizione del padiglione originale, l’idea di ricostruirlo nel capoluogo emiliano-romagnolo fu degli architetti Giuliano e Glauco Gresleri, tra i fondatori, assieme a Giorgio Trebbi, della rivista internazionale di architettura e urbanistica “Parametro”, e di José Oubrerie. La Direzione artistica e l’Alta sorveglianza sulla costruzione del padiglione, realizzato in soli tre mesi dall’Impresa Grandi Lavori, vennero affidate al pool di architetti e tecnici dalla Fondazione Le Corbusier di Parigi. Ad eccezione di alcune scelte diverse nei materiali e nelle soluzioni tecnologiche, la replica bolognese ha garantito un risultato finale di assoluta fedeltà al prototipo.
Il restauro
I lavori hanno riguardato la completa tinteggiatura degli esterni e della maggior parte degli interni, compreso il restauro della grande scritta EN in facciata, con particolare attenzione al rispetto e ripristino, ove deteriorati, dei cromatismi originali. Si è proceduto, inoltre, alla sostituzione dei sottili cristalli delle vetrate originali con vetri stratificati di sicurezza e al restauro degli infissi metallici; è stato rinnovato il triplice sistema di tendaggi del living, rifatto il percorso pedonale di ingresso esterno e installata la linea vita per l’accesso in sicurezza sul tetto.