Sarà Bologna ad ospitare il quartier generale del CTA (Cherenkov Telescope Array), l’ambiziosa infrastruttura di oltre cento telescopi da installare in Cile e alle Canarie che, una volta realizzata, sarà il più potente e sensibile osservatorio per i raggi gamma di origine cosmica mai costruito. La decisione è stata presa all’unanimità dal Council del progetto CTA nella seduta del 13 giugno scorso, tenutasi a Monaco di Baviera, in Germania.
Nel nuovo centro lavoreranno circa duecento ricercatori afferenti sia all’Istituto Nazionale di Astrofisica che al Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Alma Mater. Bologna è infatti una delle realtà più importanti per gli studi in questo campo, supportati tanto dal lavoro dell’Università che dai tre centri INAF in città: l’Osservatorio astronomico, l’Istituto di astrofisica spaziale e fisica cosmica e l’Istituto di radio astronomia.
CTA è un nuovo eccezionale strumento che permetterà di studiare la radiazione di altissima energia proveniente dall’Universo, aprendo di fatto una nuova era dell’astrofisica e della fisica fondamentale. Il progetto, promosso da un consorzio di istituzioni scientifiche appartenenti a più di 30 nazioni e che vede coinvolti più di mille ricercatori in tutto il mondo, è stato raccomandato nella Roadmap Europea dell’ESFRI (European Strategic Forum for Research Infrastructures) come una infrastruttura di ricerca di primaria importanza.
“Si tratta di una vittoria che consolida il ruolo globale del nostro Ente”, dice Nicolò D’Amico, Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). “Una vittoria che arriva in un momento che vede la ricerca al centro dei piani di sviluppo del Paese, grazie alle ingenti risorse stanziate di recente dal Governo attraverso il Piano Nazionale della Ricerca (PNR)”.
Così il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, commenta la notizia: “Siamo orgogliosi di questo nuovo risultato raggiunto dal nostro Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), capofila di un circuito che vede le migliori eccellenze della ricerca e dell’accademia del Paese proiettate in un contesto internazionale di alto profilo”. “Tutto questo” aggiunge il Ministro “segue un altro recente risultato straordinario per il Paese, rappresentato dalla più grande commessa di sempre nella storia dell’astronomia da terra, aggiudicata dall’ESO ad un consorzio di aziende italiane nell’ambito del progetto E-ELT, e conferma la valenza globale e le capacità competitive raggiunte dall’Istituto Nazionale di Astrofisica”.
Grazie al finanziamento MIUR del Progetto Bandiera “ASTRI” e ad un recente specifico finanziamento approvato dal Parlamento con la legge di stabilità del 2015, l’INAF ha potuto consolidare la propria leadership in questa tematica e nello sviluppo delle tecnologie abilitanti, riuscendo così a vincere una grande sfida globale che porterà a Bologna il “Quartier Generale” di questa nuova grande infrastruttura di ricerca distribuita su due continenti. Il centro operativo si insedierà nei pressi di alcune delle più prestigiose sedi territoriali dell’INAF, in un edificio condiviso con il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Bologna, in un’area in cui l’Ateneo bolognese sta realizzando interventi strutturali di crescita.
“Questo importante risultato è motivo di orgoglio per l’Università di Bologna”, afferma il Prof. Francesco Ubertini, Rettore dell’Università di Bologna. “Un risultato che conferma il valore strategico degli interventi strutturali rivolti al consolidamento delle sinergie fra gli Enti di Ricerca presenti sul territorio e i Dipartimenti universitari”.
La partecipazione italiana al progetto vede il coinvolgimento nel nostro Paese di più di 200 unità di personale distribuite in varie sedi territoriali dell’INAF, in alcune sezioni dell’INFN, e in vari Atenei, e vede il coinvolgimento di varie aziende. L’INAF pianifica di contribuire alla schiera di telescopi che andranno nel sito Sud, ovvero presso l’area dell’Osservatorio ESO del Paranal in Cile, con 30 repliche del prototipo di SST (Small Size Telescope) realizzato nell’ambito del progetto bandiera ASTRI finanziato dal MIUR, inaugurato nel settembre 2014 e ora operativo presso la stazione osservativa di Serra La Nave sull’Etna, gestita dall’INAF-Osservatorio Astrofisico di Catania.