E’ esploso il caldo. Lunedì 7 aprile 2014 le temperature massime a Modena hanno raggiunto rispettivamente 22.6°C presso la stazione storica dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari – DIEF in piazza Roma e 24.4°C al Campus del DIEF, mentre a Reggio Emilia al Campus universitario San Lazzaro sono stati misurati 24.5°C.
“Sono valori – commenta il meteorologo Luca Lombroso – di 6-7°C superiori alle medie stagionali dell’ultimo trentennio e, per quanto strano possa sembrare, consueti per metà maggio. Del resto questi ultimi anni ci hanno abituato a notevoli sbalzi soprattutto nei mesi primaverili. Basti pensare che lo scorso anno, nel 2013, in questi giorni c’erano quasi dieci gradi in meno, mentre nel 2011, in occasione dell’aprile record e storico di quell’anno, addirittura si toccarono e superarono i 30°C per la prima volta nel mese di aprile”. Relativo fresco notturno, con minime di 12.4°C in Osservatorio sul torrione Orientale del Palazzo ducale, in centro città, di 8.6°C al Campus DIEF di Modena e di 8.4°C a Reggio Emilia, ma in realtà anche questi sono valori, sia pure in misura minore, sono di 3-4°C, sopra le medie stagionali.
A proposito di estremi, un’analisi più dettagliata delle piogge di venerdì 4 aprile evidenzia valori di 55.1 mm nella stazione dell’Osservatorio Geofisico universitario di Piazza Roma nell’intera giornata, ma di questi ben 49.4 mm sono caduti in sole 3 ore, di cui 23.4 mm concentrati in una sola ora (dalle 15.10 alle 16.10 solari), con un picco di 8.4 mm in dieci minuti attorno alle 15.30. Piogge molto intense, dunque, anche se non da record, il cui massimo giornaliero resta fermo al 5 ottobre 1990 con 165.4 mm e come intensità in breve tempo al 20 maggio 2003. Quanto a pioggia giornaliera l’ultimo nubifragio più intenso si ebbe il 5 agosto 2010 con 73.8 mm.
Nelle altre stazioni si riscontrano, dopo controlli e validazione dei dati, valori di 50.8 mm al Campus DIEF e 47.8 mm a Reggio Emilia.
“I cambiamenti climatici – afferma Luca Lombroso – non portano solo al noto global warming, ma insieme all’aumento delle temperature cresce la variabilità del clima, ovvero situazioni molto più frequenti di estremi caldi, mentre restano, ma sono meno frequenti, gli estremi freddi e questo è particolarmente accentuato e avvertibile in primavera. Accanto a questo, come ormai evidente e sotto gli occhi di tutti, aumentano le precipitazioni estreme”.
Previsione. L’ondata di tepore tardo primaverile è dovuta a una breve espansione dell’anticiclone subtropicale afro-mediterraneo, ma non durerà a lungo. Già martedì 8 aprile nel pomeriggio arrivano nubi medio-alte e mercoledì 9 aprile gli effetti della coda di una perturbazione porterà ad un calo delle temperature e a qualche rovescio, specie verso la media e bassa pianura, insieme a rinforzo del vento e qualche raffica
Malgrado il calo, le temperature resteranno comunque sopra le medie stagionali, con massime sui 20°C, e da giovedì 10 aprile riprende il bel tempo con temperature in rialzo, con “prognosi riservata” riguardo un’eventuale perturbazione verso il fine settimana.
“Aprile del resto – ricorda Luca Lombroso – è pur sempre, almeno sul calendario, un mese primaverile e statisticamente piovoso, ma, tranquilli, colpi di coda di freddo, come capitò in altri anni, per ora non si vedono all’orizzonte”.