mensa-scolastica“L’articolo apparso lunedì scorso su un quotidiano locale e le ulteriori agenzie stampa di questa mattina, che riportano le dichiarazioni di alcuni genitori riferite alla refezione scolastica, sollecitano una risposta chiara ed esaustiva nel merito oltre che ferma e decisa rispetto alla correttezza delle modalità di relazione con l’Amministrazione comunale.

Nella primavera scorsa il Consiglio comunale ha approvato un Regolamento – frutto anche di un positivo confronto con l’Osservatorio Mense Cittadine – che delinea un sistema di partecipazione dei genitori molto ampia con pochi riferimenti analoghi a livello nazionale. In tale ambito è stata istituita una Commissione Mensa Cittadina (cui partecipano 3 genitori individuati dal coordinamento dei genitori componenti le commissioni mensa di scuola) con importanti funzioni propositive, non solo rispetto alle modalità di erogazione del servizio, ma anche alla promozione della salute e dell’educazione alimentare dei bambini. Tale organismo affianca le altrettanto importanti commissioni mensa operative a livello di scuola.

Rispetto a tale contesto – dove certo non mancano i luoghi e gli strumenti di partecipazione dei genitori – appaiono decisamente poco comprensibili le modalità adottate da parte di coloro che in questi giorni stanno utilizzando la stampa per sollevate questioni, che già in altri luoghi stanno trovando la giusta considerazione.

Tutto ciò premesso riguardo al metodo, vogliamo, anzi riteniamo doveroso, entrare nel merito delle questioni poste, che in taluni casi contengono considerazioni personali, non suffragate da dati oggettivi.

 

1 – Relativamente alla scarsità di cibo, non sono pervenute al Comune segnalazioni significative in merito, a parte quelle relative all’episodio verificatosi l’11 settembre, già ampiamente trattato anche dagli organi d’informazione e nella recente udienza conoscitiva nella commissione consiliare competente. Inoltre ribadiamo ancora una volta che, a fronte di situazioni episodiche che si dovessero verificare, è noto a tutte le istituzioni scolastiche l’importanza che siano le scuole stesse, attraverso il personale presente al momento del pasto, ad effettuare tempestivamente e correttamente le segnalazioni a Seribo.

Per quanto riguarda il bis (nell’articolo viene riportato che “da quest’anno i bimbi non possono più fare il bis”), si precisa che nei capitolati non è mai stata prevista tale possibilità e non potrebbe essere diversamente. Si è, invece, sempre realizzata la maggiorazione del 3% rispetto ai pasti effettivamente ordinati, per consentire l’immediata sostituzione in caso di disguidi (ad esempio caduta a terra di una porzione).

Si sottolinea a tale riguardo che una sana e corretta alimentazione non prevede la somministrazione del “bis”: i menù sono infatti il risultato di un’attenta valutazione dell’equilibrio tra i nutrienti, definito dalle Linee guida regionali, e la somministrazione di porzioni doppie indurrebbe i bambini a non assaggiare tutti i cibi proposti, indispensabili per un corretto apporto nutrizionale. Verrebbe meno altrimenti uno degli elementi di valore del pasto consumato a scuola che è quello educativo di promuovere corretti comportamenti alimentari. L’alimentazione a scuola uno strumento straordinario per l’educazione alimentare. Parlare di bis è, inoltre, in assoluta contraddizione con il richiamo degli organismi sanitari competenti, che da tempo insistono sul fenomeno dell’obesità infantile, in continuo aumento, e fattore di rischio per obesità e insorgenza di patologie anche nell’età adulta. Come più volte anche l’Ausl ha evidenziato, l’Italia è ai primi posti in Europa per obesità infantile e in Emilia-Romagna 3 bambini su 10 sono in eccesso ponderale (PASSI 2010).

 

2 – Relativamente alla poca trasparenza sulle materie prime e biologico, s i sottolinea, prima di tutto, che si è sempre data risposta ai genitori che chiedevano spiegazioni in merito alle procedure adottate da Seribo e alle caratteristiche previste per le materie prime utilizzate. A proposito di materie prime, Seribo dispone di specifiche procedure per la ‘rintracciabilità’, che viene definita a livello normativo dall’articolo 18 del regolamento CE n. 178 del 28/01/2002: i responsabili di un’impresa che svolge attività nella produzione, trasformazione e distribuzione di alimenti (chiamati operatori del settore alimentare) devono essere in grado di individuare chi abbia fornito loro un alimento destinato alla produzione.

In merito alla richiesta dei genitori di utilizzare maggiori quantità di prodotti biologici, fermo restando l’intento dell’Amministrazione di realizzare un servizio di qualità con condizioni economiche che risultino sostenibili, si precisa che il capitolato di appalto, risalente a 10 anni fa, prevede il 6,8% dei prodotti biologici. Oggi siamo ben oltre questo livello: vengono utilizzati il 18% di prodotti biologici, il 12% di prodotti provenienti da colture a lotta integrata, il 17% di prodotti a km zero. L’85% delle materie prime utilizzate sono di provenienza italiana.

Cogliamo anche l’occasione per sottolineare un aspetto molto importante, raramente evidenziato da parte chi strenuamente persegue l’obiettivo dell’aumento dei prodotti biologici, ossia quello della sicurezza alimentare, che non è affatto garantita dal solo impiego di materie prime di origine biologica. Su questo è costante l’attenzione in termini di procedure e di controlli effettuati non solo da parte da parte dell’Ausl, ma anche di Seribo e del Comune. Non ci dimentichiamo che un’alimentazione non può prescindere dall’essere igienicamente sicura e equilibrata dal punto di vista nutrizionale.

 

3 – A partire da settembre è stato introdotto un nuovo sistema tariffario basato sui pasti realmente consumati e non più calcolato ‘a forfait’, anche sulla base di reiterate richieste in tal senso provenienti dalle famiglie.

Il nuovo sistema prevede una quota fissa e una quota variabile, basandosi sul presupposto che vi è una componente fissa del costo del servizio che permane anche a fronte delle assenze dei bambini. La modulazione delle nuove tariffe è stata calcolata tenendo conto di una percentuale media di assenza dei bambini, che risulta negli ultimi anni pari al 16%. Le simulazioni effettuate tenendo conto del tasso di assenza ipotizzato indicano che, nella sostanza, il sistema precedente e quello attuale si equivalgono, ovviamente con diversificazioni sui singoli utenti derivanti da un numero differente di assenze. Questa impostazione è stata peraltro più volte chiarita in passato nelle occasioni in cui i genitori hanno richiesto l’introduzione di un sistema di tariffazione a consumo.

 

4 – L’episodio relativo alla “mancata” visita al centro preparazione pasti di Casteldebole, come già precisato sulla stampa dal Presidente di Sertibo, Giovanni Xilo, e in occasione della prima riunione della Commissione mensa cittadina, si spiega con la circostanza che nel centro pasti si stava effettuando un controllo dell’Asl in cui era impegnato il responsabile del centro, che non poteva, quindi, accompagnare i genitori per raccogliere eventuali osservazioni oltre che per garantire il corretto svolgersi della visita, anche per motivi di sicurezza. I genitori erano stati informati della presenza dell’Asl e dell’impossibilità della visita. L’argomento delle visite ai centri pasti è stato comunque affrontato durante la prima seduta della commissione mensa cittadina, per definire modalità operative rispettose dei diritti dei genitori e della funzionalità del servizio, come previsto, peraltro, nel regolamento per il funzionamento delle Commissioni Mensa.

E’ opportuno ricordare, comunque, che lo scorso anno sono state registrate da Seribo oltre 180 visite ai centri cottura da parte di genitori, commissioni mensa e insegnanti durante le quali, oltre agli assaggi, sono state fornite informazioni su materie prime, metodi di produzione, ecc..

 

5 – In riferimento al punto dell’articolo in cui viene affermato che “il menù fino a giugno veniva inviato a casa per posta ad ogni famiglia, mentre ora si può consultare solo su internet”, si precisa che sul sito di Seribo sono disponibili tutte le informazioni relative a menu giornalieri e mensili, certificazioni, materie prime e fornitori, sicurezza e qualità.

Nell’ultimo anno sono stati registrati oltre 83.000 visitatori. Alla newsletter sono iscritte quasi 1.500 persone.

La decisione di utilizzare solo il web è stata assunta anche su sollecitazione degli stessi genitori, sensibili al risparmio nell’uso della carta. I menu sono, comunque, affissi presso le singole scuole.

Ogni anno, inoltre, viene organizzato l’evento “Cucine Aperte”, dedicato agli alunni e alle famiglie. L’ultimo organizzato è stato nel mese di marzo al quale hanno partecipato oltre 1.000 persone tra genitori e bambini.

Ulteriore iniziativa, interamente a cura di Seribo è “Un Giorno in cucina”, percorso didattico all’interno del Centro Pasti Fossolo, per il quale Seribo mette a disposizione una navetta per il trasporto degli alunni.

Negli ultimi due anni hanno partecipato 3.242 alunni, 201 insegnanti e collaboratori e 8 genitori”.