Le parole possono essere semi di solidarietà ma anche veicolo di discriminazione. In particolare se si parla di disagio psichiatrico. Domani, sabato 19 ottobre, per affrontare questo importante aspetto saranno ospiti di “Màt”, la Settimana della Salute mentale organizzata dall’Azienda Usl di Modena, il decano del giornalismo italiano Sergio Zavoli e il celebre conduttore della trasmissione di Radio 2 ‘Caterpillar’ Massimo Cirri.
In programma alla ‘Tenda’ di viale Molza, a partire dalle 16.00, due appuntamenti di grande spessore per parlare del rapporto tra mondo della comunicazione e salute mentale. Si parte con la presentazione del libro ‘Lo sguardo lungo’ del senatore Zavoli che racconta gli albori della rivoluzione di Franco Basaglia e il rapporto tra Legge 180, che ha decretato la chiusura dei manicomi, e principi della Costituzione della Repubblica.
A seguire, dalle 17 alle 19, sarà possibile partecipare al dibattito su “Mass media e salute mentale” a cui prenderanno parte, oltre a Sergio Zavoli, il conduttore di Radio 2 Massimo Cirri; Carla Chiappino dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna; Roberto Rigetti dell’Associazione Stampa Modenese; Antonio Pignatiello dell’Ufficio Stampa e Relazioni Esterne dell’Azienda Usl di Modena e due rappresentanti delle associazioni di utenti e familiari della Salute Mentale.
L’INDAGINE: “Mass media e salute mentale a Modena”
Durante la tavola rotonda verranno anche presentati i risultati di un’indagine che ha a fotografato, nella nostra provincia, il rapporto tra “Mass media e Salute Mentale”. Ci sono voluti 29 mesi di monitoraggio dei quotidiani locali per capire, dal punto di vista di pazienti, familiari e addetti ai lavori se, a Modena, si scrive di malattia mentale utilizzando parole appropriate, evitando luoghi comuni, eccessive semplificazioni o titoli “ad effetto”. Oltre 800 gli articoli censiti, dalla cui analisi emerge che, nel tempo, l’utilizzo corretto dei termini che raccontano il disagio mentale è aumentato. Ad oggi, infatti, l’81% gli articoli affronta in modo pertinente il tema mentre all’inizio del percorso la percentuale era del 73%. “L’impegno messo in campo per conoscerci meglio – evidenzia Angelo, paziente che sin dall’inizio è stato motore instancabile della ricerca – ha dato buoni frutti. All’inizio la diffidenza era palpabile. Troppo spesso noi utenti avevamo trovato ricostruzioni frettolose e un uso delle parole poco attento. Ma è proprio da un reciproco avvicinamento che è stato possibile far nascere questo miglioramento”.