Cari concittadini, cari sassolesi,
in questo difficile momento politico e amministrativo, sento il bisogno di rivolgermi direttamente a Voi, scavalcando gli intrighi di palazzo e le logiche, non sempre lineari, della politica.
La decisione di proporre la liquidazione di SGP non è stata presa a cuor leggero, ma è stata fatta seguendo le direttive di legge e quelle della Corte dei Conti, che impongono la chiusura di queste società.
Ce lo impone, quindi, l’orientamento di legge e ce lo impongono le corti di giustizia che interpretano correttamente le leggi.
E già questo punto di partenza mi sembra da prendere molto sul serio.
Molti mi chiedono cosa sia SGP; con giusta ragione, visto che la trasparenza su questa società c’è solo da quando io sono stato eletto, mentre prima veniva negato ogni tipo di accesso agli atti.
SGP è un società di capitali (s.r.l.) che ha come socio unico il Comune di Sassuolo. Doveva nascere come una società patrimoniale, nel 2005, ma dalla fondazione fino al 2009 è stata riempita di servizi, anche essenziali, e di 52 dipendenti. E’ diventata così un “mostro” non più gestibile, che spende e chiede rimborsi al Comune. Il picco dei debiti è avvenuto tra il 2007 e il 2009, prima delle elezioni comunali.
Non ho creato io SGP, ma l’ho trovata già piena di debiti nel 2009 e con al suo interno tutti i servizi essenziali della città (cimiteri, strade, elettricità, calore, verde pubblico ecc.); mano a mano, in quattro anni, è stata “svuotata” di contratti costosi e spese inutili e i dipendenti da 52 sono passati a 38. Questo non è bastato, la società perde ancora e perde soldi pubblici, cioè i soldi delle tasse dei sassolesi, perché ci sono da pagare montagne di debiti fatti da chi ci ha preceduto. Dove sono stati spesi questi soldi fino al 2009? In opere pubbliche di dubbia utilità e scialacquati in mille rivoli, dei quali Vi darò un conto dettagliato.
Oggi è giunto il momento di chiuderla, ovvero di porla in liquidazione, riportando in Comune, come è normale, i servizi pubblici; per fare questo il Comune dovrà “dimagrire” e fare spazio a bilancio, senza che la reinternalizzazione pesi sulle tasche dei cittadini. Sarà un percorso difficile e lungo, ma che non possiamo più ritardare, visto che, come ho detto, ce lo impongono la legge e il buon senso.
La posizione del PD al riguardo non è credibile ed è del tutto irresponsabile: il loro obiettivo non è il bene della città, ma sono io. Vogliono a tutti costi farmi cadere per poi gestire la loro creatura (SGP), probabilmente proponendo in un momento successivo la stessa cosa che ora propongo, passando poi come i “salvatori della Patria”. E’ evidente che il PD sulla questione SGP si vuole rifare una verginità politica, eliminando dal campo l’avversario e riprendendosi il Comune. Dimenticano (o vogliono far dimenticare) che furono loro a crearla e indebitarla. Per fare questo si stanno muovendo convulsamente, cercando sponde persino tra i consiglieri eletti nella maggioranza.
La parola d’ordine è una sola: Caselli non si deve ripresentare. Per arrivare a questo obiettivo sono disposti a tutto e lo hanno già dimostrato, arrivando persino ad esultare di fronte al rischio (per fortuna scongiurato) di rimanere senza energia elettrica.
Le strade sono due: io ho proposto di chiudere una società che non doveva nemmeno nascere e che perde dai 2 ai 4 milioni all’anno (e sono soldi nostri). L’altra strada, proposta da qualcuno, è aumentare le tasse e le tariffe per mantenere tutto il “baraccone”; questa strada non fa per me e credo nemmeno per le famiglie e le imprese, oggi strangolate dalla crisi e da un sempre crescente carico fiscale.
Non mi nascondo: ci sono e ci saranno comunque sacrifici da fare. Io, per iniziare, ho proposto di chiudere un centro di costo, un “debitificio” che pesa come un macigno sul bilancio di Sassuolo. Dobbiamo salvare il salvabile e fare sì che i servizi essenziali siano gestiti dal Comune e non da una società satellite, perché altrimenti rischiamo di perdere tutto il patrimonio che la città e i cittadini di Sassuolo hanno messo da parte in decenni di tasse e sacrifici.
Fare i giochi politici su questi temi significa giocare sulla pelle della città, in nome di una “poltrona” che io ho vissuto con senso di responsabilità e con sacrifici quotidiani, ma che per altri, probabilmente, è una opportunità da sfruttare per vantaggi personali.
La macchina del PD si è mossa: si stanno mobilitando persino i sindacati, che da sempre partecipano attivamente alla vita politica di quel partito. Ho cercato di tutelare i lavoratori di SGP per 4 anni e mezzo e cercherò di farlo in futuro; in cambio ho ricevuto picchetti sotto il municipio. Dove erano gli stessi sindacati quando SGP fu creata e quando firmarono gli accordi per far passare nella società i dipendenti comunali, già sapendo che era una strada rischiosa per loro? Dove erano quando i posti lasciati dagli stessi in Comune venivano riempiti dalla precedente amministrazione? Dove erano i sindacati quando venivano assunte persone senza concorso? Allora governava il PD e quindi, per loro, andava tutto bene. Così come, eliminato me, andrà bene qualunque cosa.
I debiti che SGP ha assunto saranno onorati, specialmente quelli nei confronti dei fornitori. Questo è un impegno che abbiamo il dovere giuridico e morale di assumere formalmente. Per questo sarà sottoposto al consiglio comunale uno studio di fattibilità della procedura di liquidazione. Ma anche su questo qualcuno fa disinformazione per arrivare al solo scopo che oggi interessa: abbattere la Giunta.
L’obiettivo di alcuni è uno solo: sgombrare il campo da Caselli per poi vincere facilmente le prossime comunali, magari con un candidato che viene da fuori, perché tanto, secondo loro, ai sassolesi non interessa.
Ritengo che questo potere spetti solo e soltanto ai cittadini, con il loro voto.
Io rispondo alla città e prendo atto delle Vostre volontà, espresse democraticamente: se i sassolesi ci bocceranno (cosa che può capitare in un sistema democratico), allora tornerò senza drammi a fare il mio vero lavoro (l’avvocato), perché fare il sindaco è un grande onore ma non è per sempre, come invece pare intendere qualcuno che da anni lo vive come un impiego.
Chiediamo soltanto di poter lavorare – pure in un momento molto difficile – fino alla fine del mandato, senza che qualcuno trami alle spalle e lasci Sassuolo senza una guida.
Lavorare per risolvere un problema che, altrimenti, rischia di diventare irrisolvibile e gravare anche sulle spalle dei nostri figli e dei nostri nipoti: dopo di che, quando il mio compito sarà finito, si facciano pure avanti i “professionisti della politica” che oggi si agitano scompostamente per riprendere le loro prebende comunali e i loro privilegi.
Gli stessi che, quando amministravano, si facevano rimborsare la benzina, i pasti al ristorante e le ricariche per le chiavette del caffè. E molto altro.
Io comunque ho la coscienza tranquilla e faccio, anche in questa circostanza, quello che devo fare come sindaco, e come sassolese, per il bene di Sassuolo.
Grazie per l’attenzione e buona domenica a tutti.
Luca Caselli