don-pacchin-ferrariIl vicesindaco del Comune di Reggio Emilia Ugo Ferrari e l’assessore all’Educazione e delega alle relazioni internazionali Iuna Sassi hanno ricevuto oggi, venerdì 4 ottobre, nella sede municipale, don Giancarlo Pacchin, missionario della Diocesi di Reggio Emilia che opera a Jandira (città di 120.000 abitanti alla periferia di São Paolo – Brasile), insieme a Roberto Soncini, del Centro Missionario Diocesano.

Don Pacchin, “Gianchi” per gli amici reggiani, lavora nella baraccopoli da 40 anni ove ha realizzato, tra l’altro, un progetto educativo per oltre 500 bambini e ragazzi con scuole materne per i bambini del le famiglie dei “senza terra”.

Don Pacchin ha voluto ringraziare personalmente l’amministrazione comunale e, indirettamente, l’ex sindaco Delrio per il contributo di quasi 20.000 euro ricevuti tra il 2008 e il 2013, che hanno permesso l’avvio di un nuovo progetto abitativo a Jandira, realizzando un quartiere di 128 case da 70 metri quadrati ciascuna. Le abitazioni sono state costruite con il lavoro dei favelados, grazie alla terra acquistata con un contributo a fondo perduto del governo Brasiliano (guidato da Lula) e a un piccolo mutuo bancario. Il contributo del Comune di Reggio ha costituito la garanzia per accedere al mutuo per circa un quarto di queste famiglie, che hanno così deciso di uscire dall’ambiente del narcotraffico, dalla violenza e dalla prostituzione.

Jandira è una città dormitorio, con grandi problemi sociali. La formula adottata per la realizzazione di questo insediamento, denominato “Comuna urbana Dom Helder Camara”, ha consentito la collaborazione di diversi enti e privati cittadini e il sostegno economico di organizzazioni internazionali, oltre al modello intelligente dell’“autocostruzione comunitaria” (gruppi di lavoro costituiti da almeno un membro di ogni nucleo familiare). È stata considerata un modello particolarmente innovativo, da estendere in tutto il Brasile, poiché consente la responsabilizzazione delle famiglie e prevede il contributo mensile all’altezza dei bassi redditi.

I destinatari del progetto sono famiglie che contano ciascuna 4-5 figli, all’incirca 800 persone, molte delle quali vivono grazie a lavori saltuari e possono contare su un salario minimo. Tra queste, una trentina sono donne abbandonate dai mariti con tre o quattro bambini.

Don Pacchin ha in programma la replica del progetto in altre zone della città.