Consumi in calo e occhi puntati su promozioni e qualità. È quanto emerge dalle elaborazioni Ismea dei dati del Panel famiglie Gfk-Eurisko, riferiti ai primi 8 mesi del 2013. I dati del periodo evidenziano un calo del 3,7 per cento della spesa agroalimentare delle famiglie italiane su base annua e un -1,8 per cento di calo sui volumi di acquisto.
Vino, solo se di qualità. Segno meno per gli acquisti di vino (-6,9 per cento), a fronte di un aumento della spesa (+3,6 per cento). In calo soprattutto i volumi dei vini comuni e degli IGP (entrambi il 10 per cento circa), mentre soltanto una flessione dell’1 per cento per i DOP.
Meno carne in tavola. Nella categoria della carne e dei derivati cala il segmento delle carni fresche sia in termini di volumi (-2,4 per cento) che si spesa (-1,4 per cento), a causa della diminuzione dei consumi di carne bovina fresca, in favore di altre tipologie di carne fresca come quella suina (+4,3 per cento in volume), quella avicola e altri alimenti proteici come le uova.
Cala ancora la frutta, bene le marmellate. Ancora in flessione i prodotti ortofrutticoli freschi (-2,1 per cento in volume, -2,8 per cento in valore), con ortaggi, legumi e patate meglio di frutta e agrumi. Percentuali negative anche per frutta e agrumi trasformati (-3 per cento in volume, -6,4 per cento in valore), ma al suo interno continuano a crescere volumi e spesa per confetture e marmellate (rispettivamente +2,9 per cento e +0,9 per cento).
Lattiero-caseario, segmento diversificato. In calo i consumi del segmento lattiero-caseario (-2,2 per cento in volume, -3,8 per cento in valore), con flessioni importanti sia del latte fresco (-4,1 per cento in volume, -7,5 per cento in valore) sia di prodotti come lo yogurt, che presenta un valore negativo alto nella spesa (-10,7 per cento), ma basso nei volumi (-1,6 per cento), dovuto alle agguerrite campagne promozionali.
Il punto del direttore. «Dai dati – spiega Paolo Sordo, direttore di Confagricoltura Modena – emerge che i consumatori nella loro spesa sono sempre più attenti al prezzo e alle promozioni, che veicolano sempre di più la scelta dei prodotti acquistati da famiglie e singoli. I dati relativi al consumo di vino, in particolare, mostrano come la qualità continui a godere del massimo rispetto nelle scelte di acquisto. Il recente aumento dell’Iva di un punto percentuale potrebbe modificare lo stile di consumo delle persone; a metà novembre, dopo un’attenta analisi dei nuovi dati, avremo un quadro più preciso della situazione e potremo valutare quali riflessi ha avuto l’aumento dell’Iva sulle aziende agricole».