Si è chiuso positivamente il bilancio 2012 del Cesac, il consorzio di servizi e acquisti collettivi delle cooperative agroalimentari che aderiscono a Confcooperative Modena. L’anno scorso il fatturato ha raggiunto gli undici milioni di euro, una cifra leggermente superiore all’anno precedente. Alle dodici cooperative socie sono già stati ristornati 200 mila euro sui contratti in essere con società sementiere e agrochimiche mentre, grazie al supporto di vari fornitori sensibili al problema, altri 55 mila sono stati ristornati alle strutture associate colpite dal terremoto; ulteriori 140 mila euro saranno ristornati, in proporzione al fatturato svolto, non appena approvato il bilancio. «Complessivamente quest’anno riusciamo a distribuire 400 mila euro alle nostre cooperative socie – afferma il direttore del Cesac, Alberto Tassi – Dal 1981 (anno di nascita del Cesac) a oggi abbiamo ristornate alle cooperative oltre dieci milioni di euro. Gli utili non li occultiamo, ma li usiamo per tutelare concretamente le aziende agricole, a iniziare dalle più deboli dal punto di vista commerciale». Il Cesac è un osservatorio privilegiato per capire come sta cambiando l’agricoltura modenese. La flessione dei consumi di prodotti fitosanitari e l’aumento nella distribuzione di concimi e sementi indica che calano le superfici frutticole a vantaggio delle coltivazioni a seminativi (grano e mais). «Questo porta a un impoverimento della produzione lorda vendibile perché – spiega Tassi – un ettaro coltivato a frutta ha un valore aggiunto molto superiore allo stesso ettaro coltivato a grano. Inoltre si rischia di disperdere la professionalità dei tecnici delle cooperative, che offrono assistenza alle aziende agricole, e il ruolo sociale dell’indotto che ruota intorno alla frutticoltura modenese». Oltre a essere leader provinciale nella distribuzione di prodotti fitosanitari, il Cesac ha anche il ruolo di coordinatore provinciale della lotta integrata (dal 2012 su mandato del Centro Ricerche Produzione Vegetali). Il compito è svolto dall’agronomo del Cesac Massimo Fornaciari, che coordina i circa cinquanta tecnici delle varie strutture che operano sul territorio, i quali assistono oltre 2 mila aziende e 7.500 ettari di coltivazioni frutticole. Negli uffici del Cesac viene redatto il bollettino settimanale di “Produzione Integrata” spedito a 142 tecnici impegnati sul territorio nazionale nell’assistenza alle aziende , 85 enti e associazioni, 56 società agrochimiche e 171 aziende agricole (a 38 utenti diversi viene inviato via fax). «Oggi disponiamo di uno staff tecnico unanimemente riconosciuto come un’eccellenza non solo all’interno del mondo cooperativo – sottolinea Tassi – Scegliamo e acquistiamo solo i prodotti utili per i soci e alle migliori condizioni. Da qualche anno, tramite la cooperativa Cama di Mirandola, viene svolto anche il servizio di controllo della taratura degli atomizzatori. È un servizio molto importante perché, – conclude il direttore del Cesac – se l’atomizzatore non funziona bene, si rischia di pregiudicare i trattamenti o di inquinare i terreni per l’eccesso di prodotto distribuito, con danno anche al portafoglio».