Si è insediato ieri in Regione il Comitato promotore ed stata firmata l’intesa per la nascita dell’Organizzazione interprofessionale della pera, prevista per il prossimo settembre. Hanno dato l’adesione al progetto le organizzazioni professionali agricole Coldiretti, Confagricoltura e CIA, le più importanti Organizzazioni dei Produttori, diverse realtà produttive e le organizzazioni di rappresentanza del commercio privato, dei mercati generali e della distribuzione, oltre all’industria di trasformazione privata e cooperativa.
“Dopo le gravi difficoltà dell’ultima campagna e i recenti eventi sismici che hanno colpito il cuore del bacino produttivo della pera, in pochi mesi si sono poste le basi per una svolta attesa da anni – ha commentato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – con l’interprofessione sarà finalmente possibile programmare la produzione in relazione agli andamenti della domanda ed autoregolamentare l’immissione del prodotto sul mercato. Si potranno così prevenire o comunque contenere le crisi di mercato e valorizzare ulteriormente la qualità del prodotto sia in Italia che all’estero. Il nostro obiettivo insomma è quello di avviare una fase di positiva stabilizzazione a vantaggio di tutta la filiera, offrendo un esempio di agricoltura contrattualizzata valido per tutti i comparti agricoli regionali e nazionali”.
L’organismo interprofessionale della pera, il secondo che vede la luce in Emilia-Romagna dopo quello del pomodoro da industria, permetterà di condividere le regole di funzionamento dell’intera filiera e di dare in questo modo una risposta efficace alle difficoltà comuni a tutto il comparto ortofrutticolo e dovute essenzialmente a un eccessivo squilibrio tra un’offerta troppo parcellizzata e una domanda organizzata in pochi grandi gruppi d’acquisto. Tra i punti sostanziali dell’intesa, che è stata raggiunta con il supporto tecnico della Regione e del CSO, le iniziative di conoscenza della produzione, attraverso la realizzazione di un catasto delle superfici coltivate a pero e lo studio più approfondito dei costi di produzione; la definizione di regole condivise di produzione e di immissione sul mercato per migliorare il livello qualitativo e rendere più aderente l’offerta alla domanda; azioni di studio e supporto per fronteggiare le problematiche fitosanitarie, ma soprattutto per favorire l’eliminazione delle barriere di carattere fitosanitario all’export e l’armonizzazione delle normative sui residui di fitofarmaci. E’ previsto inoltre un forte impegno sulle attività di informazione, divulgazione e promozione per lo sviluppo di nuovi mercati.
“L’Emilia-Romagna rappresenta oltre il 60% della produzione nazionale di pere, seguita a ruota dalla regione Veneto, e in quote minori da Lombardia e Piemonte. La nostra iniziativa – ha concluso Rabboni – è aperta anche agli operatori di quelle regioni. Sono certo che come istituzioni dobbiamo favorire un miglior funzionamento della filiera, in una logica di equilibrio tra le diverse componenti, per salvaguardare il valore che si crea sui nostri territori. Mi complimento con tutte le rappresentanze che hanno partecipato alla definizione del progetto, facendo prevalere la capacità di coesione e di innovazione. Un ringraziamento infine al consigliere delegato del Centro servizi ortofrutticoli Mario Tamanti che con particolare competenza ed impegno ha coordinato i lavori fino al risultato finale”.
Il Comitato promotore che è stato istituito, è composto da 21 rappresentanti, 7 per ciascuna fase produttiva (produzione agricola, industria e commercio) che, in attesa della formale costituzione dell’organismo interprofessionale, fin dalla prossima settimana cominceranno a lavorare sugli obiettivi condivisi, per mettere a punto già sulla campagna in corso le prime azioni.