Martedì 26 giugno si è interrotta la serie di “giorni caldi”, ovvero oltre i 30C°, registrati presso la stazione di Piazza Roma a Modena dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Dopo un lungo periodo di giorni “roventi”, la colonnina in quel giorno nel centro storico del capoluogo si è arrestata a 29.7°C, ma presso il Campus del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari la temperatura ha comunque superato la soglia dei trenta gradi, raggiungendo 30.7°C.
La relativa rinfrescata ha reso più sopportabili le nottate, che sono scese, almeno in periferia ed anche nella bassa pianura emiliana, sotto i venti gradi tipici delle “notti tropicali”. Le temperature minime infatti hanno segnato 18.6°C mercoledì 27 giugno e 18.4°C giovedì 28 giugno presso l’altra stazione, quella più periferica dell’Osservatorio Geofisico universitario in Via vignolese, dove si trova il Campus di Ingegneria di Modena. Valori simili sono stati riscontrati nell’Area Nord del modenese e, perfino, in molte località dell’Appennino, dove il fresco maggiore si trova solo nelle conche o sulle cime più alte: Pavullo aeroporto e Monte Cimone per esempio nella nottata di giovedì 28 giugno hanno fatto registrare entrambe 12°C.
Ma, il sollievo rispetto al gran caldo è stato di breve durata. Già mercoledì pomeriggio 27 giugno si è tornati ovunque oltre i 30°C, per la precisione a 30.7°C in Piazza Roma a Modena e a 32.9°C al Campus di Ingegneria di Modena. Mentre oggi, giovedì 28 giugno, già dalla mattina le temperature si sono rivelate in rapida risalita e nelle ore più calde della giornata tra le 16.00 e le 17.00 hanno fatto registrare a Modena rispettivamente 33.5°C alla stazione storica del torrione orientale di Palazzo ducale, in centro cittadino, e 34.7°C in periferia, Campus di Ingegneria. “Di fatto le attuali temperature – spiega l’esperto Luca Lombroso dell’Osservatorio Geofisico universitario di Modena – sono superiori di 3-4°C ai valori tipici di fine giugno per il periodo 1970-2000. Tanto che ormai il cambiamento del clima lo si può considerare un dato di fatto: il pianeta si sta scaldando, molto probabilmente a causa delle attività umane, ed anche il nostro territorio ne risente della situazione con ondate di caldo sempre più frequenti ed intense”.
Ed infatti i modelli meteorologici, consultati con una certa apprensione in questi giorni a causa dei disagi che portano le ondate di calore, soprattutto nella gestione del post-terremoto, confermano l’incipiente nuovo aumento delle temperature. “Di giorno in giorno le temperature risaliranno e l’ondata di caldo – aggiunge il metereologo Luca Lombroso – porterà forte disagio fisiologico nel fine settimana, più a causa delle elevate temperature che dell’umidità, la quale si manterrà ancora su valori bassi. Sarà un caldo torrido, accompagnato spesso da ventilazione calda”.
Le giornate più calde saranno domenica 1 luglio e probabilmente anche lunedì 2 luglio. Provando un <toto temperature massime> potremmo stimare l’1 e 2 luglio sui 36°C presso l’Osservatorio di Piazza Roma, 37-38°C al Campus di Via Vignolese, 38-39°C a Carpi e Mirandola, forse un po’ meno, sui 36-37°C, nelle zone più vicine al Po, ma a prezzo di un’umidità un po’ più alta. Poi, sui 37°C a Reggio Emilia e punte vicine ai 40°C nei dintorni di Bologna e verso il Ferrarese e la Romagna interna. Meno bollente grazie alle brezze la costa e naturalmente più fresco l’Appennino, ma anche qui, fino a 800-1000 m, si raggiungeranno i 30°C. E, come curiosità, solo a 4.600 m si ritroverà la quota dello “zero termico”, ovvero una quota più che doppia dell’altezza del Monte Cimone! “Tuttavia – conclude Luca Lombroso – non è improbabile nell’inizio settimana la formazione di temporali di calore, sempre in agguato, che dovrebbero portare ad una flessione delle temperature, ma per alcuni giorni resterà molto caldo. La rinfrescata temporalesca potrebbe arrivare solo successivamente, ma sarà da monitorare, perché appunto incerta e perché con questo caldo che innalza più del normale anche le temperature della superficie del mare, potrebbero scatenare eventuali intense perturbazioni”.