Per realizzare gli Stati generali “Effetto Modena” nel 2010 l’Amministrazione comunale ha speso 26 mila 500 euro tutto compreso, 32 mila 500 euro lo scorso anno. Lo ha detto il sindaco Giorgio Pighi nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 25 giugno rispondendo all’interrogazione di Vittorio Ballestrazzi (Modenacinquestelle.it) che ha chiesto “quanto il progetto è costato al Comune fino a oggi, che cosa di concreto è stato fatto, quante volte il Comitato dei garanti si è riunito e se ha prodotto un report di verifica, se si è riusciti a realizzare almeno un posto di lavoro o a non perderne uno, a fare partire una nuova impresa o a non farne chiudere una”.

Il sindaco ha ricordato che nel 2010 si sono svolti gli incontri di preparazione che hanno coinvolto centinaia di persone per confrontarsi su metodo e programmi. Nello stesso anno sono stati realizzati sei workshop e la presenza di “Effetto Modena” al Festival filosofia (ripetuta nel 2011), oltre al convegno sul welfare locale con la presentazione di studi specifici sulla realtà modenese. Attraverso momenti di confronto e approfondimento con associazioni di categoria, sindacati, cittadini, nel 2011 è stato affrontato il tema della crisi economica partendo da quanto fatto dalla Commissione crisi del Consiglio. Un lavoro culminato a fine anno con il grande convegno a cui ha partecipato anche il presidente della Regione Vasco Errani. Il Comitato dei garanti si è riunito sei volte e diversi esponenti hanno anche partecipato ai lavori. Passando agli obiettivi, Pighi ha poi citato quelli raggiunti, come l’unificazione del trasporto pubblico, I-Modena per la copertura wi-fi della città, il marketing territoriale. E sui posti di lavoro ha precisato: “Abbiamo creato una sede di confronto ampia e innovativa, non una nuova sede decisionale o una nuova struttura. Quasi tutto è stato fatto internamente, spendendo il meno possibile, cercando di utilizzare le professionalità disponibili e creando un gruppo di lavoro trasversale. Non so se abbiamo creato posti di lavoro, di certo abbiamo mosso idee e competenze, questo era il nostro obiettivo”.

Sergio Celloni di Mpa chiedendo la trasformazione in interpellanza ha commentato: “Gli Stati generali sono fondamentalmente un parlarsi addosso, mentre è necessario trovare risposte nell’immediato. Il difficile non è porsi i problemi ma avere le idee per risolverli e in questo ho sempre rilevato carenze. Un’Amministrazione attenta dovrebbe sapere ottimizzare le risorse e gli interventi, qui invece si fa molta demagogia e niente di concreto”.

Per William Garagnani del Pd, invece, gli Stati generali costituiscono “un modo scientifico di affrontare la crisi epocale in atto con il rigore della ricerca. Quindi rappresentano il modo meno facile per ascoltare la città e al tempo stesso sperimentare come si possa coinvolgere la città e promuovere la partecipazione dei cittadini”.

Secondo Gian Carlo Pellacani del Pdl nella fase iniziale di “Effetto Modena” tutti si sono sentiti coinvolti, “ma stiamo andando avanti da troppo tempo senza arrivare a una conclusione e il rallentamento dei lavori è incomprensibile visto l’imperversare della crisi”. E ha aggiunto: “Dal momento in cui è iniziata la crisi politica all’interno del Pd e della Giunta, gli Stati generali hanno perso la spinta iniziale. Ci si aspettava una serie di proposte che stanno languendo; ne approfitto per chiedere al sindaco se gli Stati generali saranno abbandonati o ci sarà una ripresa anche per concretizzare il notevole lavoro compiuto”.

Per Vittorio Ballestrazzi “o si torna negli Stati generali con l’obiettivo di portare a casa dei risultati o si abbandonano”, poiché “la partecipazione è effettivamente difficile da mettere in pratica, presuppone maturità e reale convinzione di voler far partecipare la gente ai processi politici e amministrativi che a Modena non c’è e viene confusa con la comunicazione”. L’interrogante ha inoltre sottolineato che fino a oggi gli Stati generali non hanno prodotto nulla se non per quanto riguarda la start up delle imprese.

In conclusione, il sindaco Pighi ha affermato che “anche se i tagli al bilancio hanno influito sulla possibilità di fare altro, stiamo cercando risorse esterne per poter svolgere la terza parte di Effetto Modena, quella di avvicinamento al Psc” e ha confermato di avere ancora in mente “i cento tavoli in piazza Grande per discutere del futuro della città”.