“Dopo aver più volte negato che il passaggio di quattro scuole comunali dell’infanzia alla Fondazione Cresci@Mo serviva per risparmiare sul costo del lavoro e per avere mano libera sulle assunzioni, il Comune di Modena ha gettato la maschera!” – così le Segreterie provinciali Fp/Cgil, Fp/Cisl, Uil/Fpl, Csa, Diccap Modena.

“Mesi fa, quando il Comune ipotizzava di appaltare le scuole, genitori e organizzazioni sindacali si opposero paventando lo scadimento della qualità per effetto della forte penalizzazione economica per gli assunti diretti della Fondazioni che il relativo trattamento contrattuale avrebbe comportato: quando la differenza di salario è ampia, è normale che il personale con più capacità cerchi di migrare verso diverse e più gratificanti realtà professionali, con buona pace della continuità didattica. Un dignitoso inquadramento economico è quindi la leva per garantire qualità e continuità. Le affermazioni del Comune di Modena facevano pensare che i lavoratori assunti dalla Fondazione avrebbero avuto il medesimo inquadramento dei dipendenti del Comune: parliamo di salari nell’ordine del 1100 euro netti al mese, tutt’altro che faraonici considerata la delicatezza del servizio che questo personale svolge.

Nell’incontro del 22 giugno scorso, l’Amministrazione ha comunicato alle organizzazioni sindacali il CCNL che intende applicare ai lavoratori della neonata Fondazione il CCNL scuole private Aninsei applicato da Confindustria, che oltre a creare disomogeneità con i colleghi comunali, prevede esattamente la metà delle ore (100 anziché 200) per formazione, programmazione attività didattica a rapporti con i genitori. Aggiungiamo che pur essendo il CCNL Autonomie Locali non particolarmente oneroso e fermo da anni, con il contratto Aninsei a un’insegnante di scuola d’infanzia si garantisce appena la possibilità di arrivare a 900 euro al mese e saranno chiari gli scopi del Comune: risparmiare sulla pelle dei lavoratori, erogando salari non dignitosi.

Mesi di promesse sul mantenimento del modello educativo modenese, di impegni sull’omogeneità di insegnamento, di garanzie per il personale, si sono sciolte al primo sole dell’estate: personale qualificato o con anni di esperienza, che garantisce per 8 ore al giorno educazione ed insegnamento ai piccoli modenesi, non merita nemmeno da lontano 1.000 euro al mese. Ed a poco vale la promessa di un sostanzioso contratto integrativo: per arrivare ai 1.200 euro scarsi di un’insegnante comunale servirebbe un aumento di oltre il 30%, cifra che il Comune evidentemente non intende certo mettere sul piatto.

Ma non è tutto: al momento di assumere, trattandosi formalmente di un soggetto privato, la Fondazione non costituirà alcuna graduatoria in base al merito individuale, bensì assumerà di volta in volta la persona ritenuta più consona. Immaginiamo che giovani ragazze a “rischio maternità” o 50enni a “rischio mal di schiena” non saranno ritenute particolarmente consone… Non è nemmeno previsto nessun meccanismo di valorizzazione in termini di punteggio di chi ha lavorato negli ultimi anni presso le scuole comunali di Modena, altro elemento che, secondo le promesse, si sarebbe dovuto tenere in considerazione in modo da garantire in modo chiaro e trasparente l’auspicata continuità didattica.

Pur essendo un soggetto interamente partecipato dal pubblico e pur utilizzando solamente denaro pubblico, la Fondazione non darà alcuna garanzia (al contrario di quello che gli enti pubblici sono obbligati a garantire) di merito al personale che parteciperà alle selezioni, in quanto, appunto, non vi sarà alcuna graduatoria pubblica. Adesso risulta anche più chiaro perché il riferimento a Confindustria sia stato ritenuto più idoneo, e non tanto per ragioni di efficienza, ma per la discrezionalità, da esercitarsi, non con proprio denaro come fa l’imprenditore privato, ma con quello dei cittadini… Per i Sindacati i meccanismi di selezione devono essere trasparenti, prevedere delle graduatorie che valorizzano i singoli!

Tutto questo è inaccettabile. Ed offusca anche l’unica buona notizia, e cioè l’assunzione a tempo indeterminato del personale insegnante. Sarebbe una bella notizia, ma quanto vale un posto fisso? 250 euro netti in meno al mese? 6 giorni di ferie in meno? Minori tutele sulla malattia? Meno trasparenza sulle assunzioni?

Abbiamo chiesto al Comune di Modena, e lo ribadiamo con questo comunicato, di rivedere la propria scelta, tanto del contratto di applicazione quanto delle modalità di assunzione. Abbiamo dato la nostra disponibilità ad individuare insieme gli strumenti per garantire gli operatori cercando al contempo di non appesantire la spesa per le casse comunali.

Altrimenti sarà chiaro a tutti che non è iniziato un virtuoso esperimento di nuove e più moderne forme gestionali dei servizi all’infanzia (come è stato detto ai modenesi negli ultimi mesi) ma semplicemente una rozza privatizzazione della quarantennale storia delle scuole comunali sulle spalle di lavoratori e lavoratrici che già oggi faticano ad arrivare a fine mese. Con buona pace di chi a questo esperimento aveva creduto davvero”.

(Segreterie provinciali Fp/Cgil, Fp/Cisl, Uil/Fpl, Csa, Diccap Modena)