Anche la Cisl è favorevole alla creazione di una no tax area che comprenda i diciotto Comuni modenesi più colpiti dal terremoto. L’esenzione fiscale, aggiunge la Cisl, deve riguardare anche Irap e Iva e accompagnarsi a una drastica semplificazione degli atti amministrativi che agevoli ogni procedura necessaria alla ripresa. «Che le aziende della Bassa modenese abbiano bisogno di ripartire è nell’interesse di tutti, quindi anche dello Stato che, però, al di là delle buone intenzioni, non ha ancora individuato misure efficaci – afferma il segretario provinciale Cisl, William Ballotta – Sostenere la ripresa delle attività produttive ed economiche, peraltro, significa anche salvaguardare i posti di lavoro e il futuro di tante famiglie duramente colpite dal terremoto». Per la Cisl la no tax area è, unitamente a un sostegno concreto finalizzato al recupero delle attività sul territorio, una delle soluzioni in grado di aiutare le imprese esistenti a continuare a operare. A differenza di altre esperienze che hanno visto il varo di iniziative simili senza i risultati apprezzabili, secondo la Cisl i vantaggi di questo provvedimento sarebbero numerosi.
«Le aziende sane sarebbero infatti invogliate a investire nella nostra zona, attirando capitali e clienti – continua Ballotta – mentre quelle danneggiate (tutte, peraltro, ben radicate sul territorio e spesso con alle spalle una lunga storia) sarebbero incentivate a evitare la delocalizzazione, se non, peggio, la chiusura. Non si tratterebbe di un’elargizione a fondo perduto, perché erogare finanziamenti e agevolazioni fiscali a questi territori equivale a investire nel patrimonio comune e questo è nell’interesse di tutti». Oltre alla no tax area, il sindacato di Palazzo Europa invita tutti i soggetti del territorio a fare la propria parte, in una necessaria e urgente sinergia di ruoli.
«Le parti in causa sono diverse, dagli enti locali alle associazioni di volontariato, dalle istituzioni nazionali alle parti sociali – aggiunge il responsabile della Cisl di Carpi, Roberto Giardiello – Dobbiamo evitare il rischio di interventi singoli e scollegati e concertare insieme cosa fare per agevolare concretamente la rinascita delle nostre comunità, ancora sotto choc e impaurite di fronte al futuro».