Nella seduta di oggi l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha approvato il progetto di legge d’iniziativa della Giunta che riorganizza il sistema dei servizi educativi per la prima infanzia. La modifica della normativa in materia di servizi per la prima infanzia (zero-tre anni) risponde essenzialmente a tre esigenze che la Regione Emilia-Romagna considera essenziali per i servizi, educativi e sociali: mantenerne ed implementarne la QUALITÀ, garantirne la SOSTENIBILITÀ, perseguire la SEMPLIFICAZIONE dei percorsi per l’autorizzazione al funzionamento. Questi obiettivi, grazie al lavoro dell’Assessore Marzocchi e dai Servizi che fanno capo al suo assessorato, sono stati ampiamente condivisi tramite molteplici momenti di confronto con il territorio, con gli amministratori e con i gestori pubblici e privati.
Dai vari momenti di incontro è emerso che gli strumenti di regolazione (norme regionali e regolamenti comunali) e la continuità degli investimenti degli enti locali stessi hanno consentito alla Regione di raggiungere risultati importanti in termini di qualità e quantità dei servizi educativi. Ma la fase attuale ci richiede di semplificare alcune procedure, introdurre elementi di flessibilità e differenziazione che consentano un equilibrio sul fronte della sostenibilità economica, salvaguardando la qualità, ma soprattutto di realizzare un sistema infanzia – composto di servizi educativi e di servizi ricreativi e di conciliazione – in grado di offrire risposte alle diverse esigenze delle famiglie.
La nuova normativa prevede 4 tipologie di servizio: nidi d’infanzia, servizi domiciliari (piccoli gruppi, fino a 7 bambini), servizi integrativi, servizi sperimentali.
Per ragioni di equità e fungibilità del personale, i titoli per l’accesso al ruolo di “educatore” saranno gli stessi per tutte le tipologie: si tratta di un aspetto che conferma l’approccio di sistema dell’intervento legislativo. La riforma punta, inoltre, a rafforzare il ruolo del coordinamento pedagogico provinciale, formando i coordinatori affinché siano in grado di verificare anche la sostenibilità finanziaria dei servizi offerti alle famiglie ma soprattutto di essere garante e custodi della qualità complessiva del sistema su scala territoriale. Quanto all’autorizzazione al funzionamento, il doppio livello della precedente normativa verrà superato attraverso la costituzione di una commissione tecnica di ambito distrettuale. Si tratta di un sostanziale snellimento burocratico, finalizzato a evitare possibili valutazioni diverse tra il livello provinciale e quello locale, nell’ottica della riduzione significativa dei tempi del rilascio dell’atto di autorizzazione.
La legge approvata oggi intende inoltre promuovere i servizi sperimentali ideati sul territorio, che possono adeguarsi meglio a particolari situazioni sociali e territoriali (si pensi ai territori montani o ai piccoli comuni) e far fronte a bisogni emergenti delle famiglie in essi residenti. A garanzia della necessaria forte originalità di tali sperimentazioni il percorso prevederà l’accoglienza di proposte innovative, da sottoporre, per consentirne la percorribilità, a parere di un nucleo tecnico regionale.
Aggiornabile con una flessibilità superiore a quella che occorre per intervenire su una legge, la Direttiva tecnica – che sarà presto oggetto di valutazione da parte della commissione “Turismo cultura scuola formazione lavoro sport” – dovrà prevedere dettagliate disposizioni sui requisiti strutturali e organizzativi, validi per soggetti pubblici e privati.
Grazie al progetto di legge approvato oggi l’Emilia-Romagna potrà avvalersi di un sistema educativo per la prima infanzia aperto e flessibile, al passo con i tempi, e che introduce forti elementi innovativi: fra questi va anche ricordata la possibilità per i Comuni di istituire appositi albi del personale a cui attingere per chi organizza servizi ricreativi e di conciliazione (baby parking, ludoteche, baby-sitteraggio).
(Thomas Casadei, Consigliere regionale)