“Non disperdiamo energie in raccolte estemporanee di generi alimentari o altri aiuti. Ogni slancio di generosità è apprezzato – dichiara Simona Arletti assessore all’ambiente del comune di Modena – ma per essere efficace si deve raccordare con le strutture di protezione civile in grado di individuare le risposte utili ai bisogni effettivi”.

In queste ore al centro unico di Protezione civile di Marzaglia – prosegue l’assessore – vengono accettate solamente donazioni in quantità consistenti, quali quelle fornite da imprese. I cittadini devono capire che in questa fase di emergenza le cucine da campo dei nostri volontari devono far fronte a pasti per circa 500 persone a turno e non hanno grandi spazi adeguati disponibili per lo stoccaggio di materiale alimentare spicciolo.

In queste ore, sottolinea Arletti – sarebbe preferibile sostenere il fondo di solidarietà attivato dalla Provincia: filiale Unicredit di piazza Grande, codice Ibam IT 52M0200812930 000003398693 causale “Terremoto maggio 2012”.

Le segnalazioni di disponibilità di lavoro volontario dei cittadini raccolte tramite l’Urp di piazza Grande saranno valutate dai tecnici della Protezione civile provinciale che, in caso di necessità , li contatterà direttamente.

SITTA: “SERVONO RISORSE PER RIPARTIRE”

Dopo la visita di Monti e le decisioni del governo, un intervento dell’assessore allo Sviluppo economico e al Lavoro: “Impegni vaghi, c’è bisogno di più concretezza”

“Per consentire di ripartire al più presto alle imprese dell’area nord del Modenese, messe in ginocchio dal terremoto, serve maggiore concretezza di quella che emerge dai primi impegni assunti dal governo, ancora troppo vaghi”. Daniele Sitta, assessore allo Sviluppo economico e al Lavoro del Comune di Modena, commenta con preoccupazione il risultato della visita di Monti sui luoghi del sisma e i primi provvedimenti decisi dal Consiglio dei ministri.

“Vanno bene l’esenzione Imu e delle altre tasse locali per chi è stato colpito dal terremoto. Ci mancherebbe altro – commenta Sitta – che chi ha avuto la casa o il capannone distrutto dovesse anche pagarci l’Imu. Ma, oltre agli interventi sull’emergenza, serve un’azione più articolata sul territorio. Ci sono case da ristrutturare o addirittura da ricostruire, c’è un apparato produttivo in ginocchio da far ripartire, un settore agricolo che ha subito danni importanti, ci sono beni culturali che vanno ricostruiti perché non vogliamo rinunciare alla nostra memoria, alla nostra identità”.

Per Sitta, a questo scopo “servono risorse che lo Stato deve garantire, insieme a sgravi fiscali e ammortizzatori sociali, ed è necessario ridurre al minimo le complicazioni burocratiche. Molto possiamo fare a livello locale dove abbiamo tecnici capaci, seri e rigorosi nei Comuni, nelle Province e negli Ordini professionali che sono pronti a entrare in campo per stimare e certificare in tempi rapidi i danni subiti da cittadini e imprenditori”.

“Questo lavoro – aggiunge Sitta – deve essere accelerato, senza alcun indugio. Noi possiamo impegnarci allo snellimento delle procedure, ma lo Stato deve mettere a disposizione le risorse per la ricostruzione affidando ai sindaci il ruolo di controllo. La gente emiliana è gente seria, che non sa cosa sia l’assistenzialismo e non conosce furberie. Vuole solo la doverosa solidarietà dello Stato per ricostruire ciò che ha perduto e poter ripartire. Facciamo vedere che questo Paese – conclude Sitta – è in grado di dare una risposta nuova di efficienza. Non serve solo a Modena e a Ferrara: serve all’Italia”.