Decine di casolari distrutti e moltissimi seriamente danneggiati, oltre a migliaia di forme di parmigiano cadute a terra dalle ‘scalere’ dei magazzini di stagionatura sono la conseguenza del terremoto del 20 maggio scorso che ha colpito, in Emilia Romagna, prevalentemente le province di Modena, Ferrara e Bologna.

I danni più ingenti nei comuni di Finale Emilia, San Felice Sul Panaro, Camposanto, Cavezzo ed anche Carpi nel modenese, mentre nel territorio di Bologna è Crevalcore il comune più Colpito. Anche a Sant’Agostino di Ferrara, dove il sisma ha mietuto vittime, sono stati registrati danni ingenti.

E’ ancora prematuro fare una stima precisa dei danni di stalle, ricoveri attrezzi e abitazioni private, ma si parla di svariati milioni di euro a cui si aggiunge la perdita di prodotti ad alto valore aggiunto come l’Aceto balsamico che è fuoriuscito dalle botti e le forme di parmigiano che sono cadute dalle ‘scalere’. Inoltre sono andati irrimediabilmente perduti decine di mezzi agricoli sepolti sotto le macerie nonché prodotti agricoli pronti per essere alienati. Da un sopraluogo svolto dal direttore della Cia di Modena, Gianni Razzano, che nella giornata di domenica ha visitato aziende e strutture casearie modenesi assieme all’assessore all’agricoltura, Giandomenico Tomei, risulta che in due stabilimenti di stagionatura del ‘del re dei formaggi’, ovvero l’Albalat (Modena) e la Cappelletta del Duca (San Possidonio), siano andate perdute complessivamente 130 mila forme, per un valore di oltre 4 milioni di euro. Oltre il danno la beffa – dice Cristiano Fini, presidente della Cia modenese – perché gli agricoltori dovranno pagare l’Imu su immobili danneggiati e sui quali dovranno sostenere costi elevati per riportarli in sicurezza”.