Il segretario del PD di Sassuolo, rivolge un appello alle istituzioni, per intensificare le operazioni di lotta alla criminalità organizzata.

Comincio questa mia nota, rivolgendo un appello a tutte le istituzioni pubbliche, in particolare al Ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri, sulla necessità di garantire come promesso, in tempi rapidi, una sede operativa della DIA (direzione investigativa antimafia) anche in Emilia Romagna.

L’ istituzione di una struttura di questo tipo, dovrebbe essere inserita nelle priorità del governo, in contemporanea alla concessione di maggiori risorse per la lotta alla mafia sul nostro territorio.

A tal proposito, deve far riflettere l’appello del procuratore Roberto Alfonso, coordinatore della DDA ( direzione distrettuale antimafia di Bologna) che sprona i modenesi a non subire passivamente questa situazione, richiedendo una pronta attivazione di tutti. “La lotta non la fa solo la magistratura, ma tutta la collettività».

Il recentissimo arresto di alcuni componenti del clan dei Casalesi, avvenuto grazie all’ottimo intervento dei Carabinieri della compagnia di Sassuolo, è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi , che certifica il radicamento della criminalità organizzata sul nostro territorio.

Minacce ai rappresentanti delle confederazioni di rappresentanza degli artigiani, autotreni incendiati, controlli che palesano violazioni e pesanti irregolarità sul trasporto merci, le vergognose intimidazioni al giornalista Giovanni Tizian della Gazzetta di Modena, l’attentato esplosivo all’agenzia delle entrate e l’ormai consolidata pratica del reclutamento di manovalanza in nero per i cantieri edili; questi esempi non costituiscono più semplici sintomi o segnali isolati, ma la manifestazione di una ben più seria patologia.

Non possiamo pensare che le forze dell’ordine tradizionali, già impegnate su diversi fronti, possano accollarsi da sole la risoluzione di questa degenerata situazione. C’è bisogno di dare maggiore spazio alla operazioni investigative, la Dia infatti svolge mansioni differenti ed è composta da personale specializzato a provenienza interforze, con il compito esclusivo di assicurare lo svolgimento, in forma coordinata, delle attività di investigazione preventiva attinenti alla criminalità organizzata, nonché di effettuare indagini di polizia giudiziaria relative esclusivamente a delitti di associazione mafiosa ad essa ricollegabili. Un lavoro molto utile a fornire dettagliate mappature del potere economico dei vari Clan dislocati sul territorio.

La nuova mafia è quella degli appalti e dei subappalti, quella che agisce sui mercati nuovi, non terreno di conquista delle cosche in passato.

Le infiltrazioni mafiose sono radicate sul territorio e vengono agevolate da un sistema indebolito dalla crisi, che lo espone a enormi rischi, dall’usura al lavoro nero, dall’evasione fiscale e contributiva, alla nascita delle coop spurie e delle società di facciata. Prima qui semplicemente riciclavano il denaro, oggi fanno affari con un alto rischio anche di inquinamento ambientale.

Abbiamo bisogno di azioni concrete, da mettere in opera il prima possibile, per ottenere dei risultati da subito:

– costituzione parte civile degli enti locali contro la criminalità organizzata, come suggerito dal procuratore antimafia sulla stampa

– maggiori controlli nei cantieri edili e nelle ditte che si occupano di trasporto, in Emilia Romagna i dati parlano chiaro esistono ditte di autotrasporti che non hanno automezzi propri una vera anomalia che andrebbe sicuramente analizzata e che richiederebbe l’istituzione di un albo dell’autotrasporto.

– le amministrazioni pubbliche dovrebbero applicare con rigore i protocolli sugli appalti, evitando il più possibile le gare al massimo ribasso, ed applicando invece il criterio dell’offerta economica più vantaggiosa.

– si dovrebbero promuovere sistemi di controllo come l’osservatorio sugli appalti e l’istituzione di stazioni uniche appaltanti, grazie a queste le Prefetture potrebbero richiedere in qualunque momento “ogni dato e informazione utile ai fini di prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata”. Un errore grave sarebbe anche quello di eliminare le certificazioni antimafia.

– promuovere iniziative da parte di associazioni che si occupano di legalità e di anti-raket, per sensibilizzare e informare la cittadinanza su questi temi.

Infine per quanto riguarda i partiti politici ci deve essere attenzione e cura per evitare qualsiasi fenomeno di radicamento od infiltrazione al loro interno che possa minare la democrazia sul nostro territorio.

La lotta alla criminalità organizzata deve iniziare da subito non si deve più aspettare.

(Appello alle istituzioni: Comune di Sassuolo, Unione dei comuni del Distretto ceramico, Provincia di Modena, Regione Emilia Romagna, Ministro degli Interni, partiti politici e loro rappresentanti).

SONIA PISTONI – PD SASSUOLO