“Nonostante il nostro pressante e documentato invito rivolto a Poste Italiane di rivedere la decisione di chiudere l’ufficio della frazione di Minozzo – sottolineano il primo cittadino, Luigi Fiocchi, e l’assessore ai servizi pubblici locali, Alberto Castellini – lunedì scorso si è consumato il copione dell’ultimo giorno di apertura. Ma la nostra gente e l’amministrazione comunale non si arrendono”.

Numerose sono infatti le persone che, lo stesso giorno, si sono ritrovate davanti all’ufficio, ancora incredule per la chiusura di un servizio ritenuto non a caso “di vitale importanza” da parte di tutti i minozzesi.

La “pacifica e civilissima protesta”, organizzata dalla Pro loco e sostenuta dallo stesso Comune, che era ufficialmente presente con l’assessore Castellini, è stata “caratterizzata – rileva lo stesso – dalla determinazione da parte degli abitanti di Minozzo, e non solo, di lottare e di non rassegnarsi ad una decisione ritenuta affrettata ed iniqua”.

Spiega il sindaco Fiocchi: “Ribadiamo la nostra richiesta a Poste Italiane di un urgente incontro per ridiscutere il grave problema. Faremo anche alcune proposte, concordate con la gente, per rimuovere le presunte cause che hanno determinato il ‘serrate’. I minozzesi sono ben decisi ad attivarsi per riavere il proprio ufficio postale e a collaborare per il suo ottimale funzionamento, che peraltro era già limitato a tre giorni la settimana”.

Proseguono Fiocchi e Castellini: “Rispetto ai residenti che chiedevano l’interruzione, da parte di tutte le famiglie della zona, di qualsiasi rapporto con Poste Italiane, ha infine prevalso la giusta richiesta di dialogo e collaborazione. Spetta ora alla direzione provinciale di Poste Italiane riflettere attentamente sulla decisione presa”.

Ora, dopo “questo segnale così allarmante – conclude Luigi Fiocchi – non nascondiamo una certa preoccupazione anche per la sorte degli uffici postali presenti in altre frazioni del nostro territorio: Civago, Gazzano, Asta e Sologno”.