Ecco, ci siamo: è di nuovo l’8 marzo. La nostra festa: la festa delle donne, delle madri, delle figlie, delle moglie, delle amanti …. Una festa pubblicizzata, diffusa, acclamata in tutto il mondo. Va bene, ci sta, è importante parlarne ma, una volta per tutte, sarebbe molto meglio cominciare a FARE anziché parlare. Fare cosa ? Fare in modo che si esca al più presto da questo tunnel infinito di morte e di violenza.
Tutti i giorni, a tutte le ore del giorno, donne di tutte il mondo vengono uccise, violentate, derise, perseguitate da uomini che ancora oggi, nel 2012, non hanno capito che l’ideologia della parità, della condivisione, dello scambio reciproco, del rispetto, della crescita collettiva in una “società moderna” vanno applicate e verificate e per farlo non servono parole ma solo e soprattutto fatti.
Siamo solo all’8 di marzo e in Italia sono già state uccise 26 donne. Un dato allarmante e incredibile!
In così pochi giorni così tante vittime e quasi tutte fra le mura di casa, nel “nido”.
Supereremo senz’altro un altro triste primato quello dei dati della violenza sulle donne del 2011 sul 2010: il 35% di vittime in più, un dato da brivido.
E’ importante che lo Stato e le sue istituzioni tengano costantemente sotto controllo questi fenomeni.
Uomini, se così si possono chiamare, che non riuscendo ad accettare l’abbandono, la lontananza, la mancanza di assertività e/o di sottomissione delle loro donne, mogli, compagne che vogliono vivere la loro vita non più come oggetti ma come soggetti attivi e pensanti nella coppia, si vendicano con azioni di mobbing, stalking (anche via internet), violenze fisiche, economiche e psicologiche, fino ad arrivare ad uccidere quella che, secondo loro, è la colpevole delle loro sofferenze/frustrazioni .
Uomini di tutte le età che, fragili e disturbati, non riescono ad accettare nel giusto modo le perdite e le contrarietà della vita.
Perdite e contrarietà a cui tutti dobbiamo essere preparati e, soprattutto, educati fin dall’infanzia.
Ed è proprio questo il nocciolo del problema: manca una vera educazione all’affettività ed al rispetto reciproco pianificata e insegnata a casa e a scuola fin dai primi anni della nostra vita.
Siamo nel 2012 e continua ancora ad essere un tabù spiegare, insegnare, far capire alle persone quanto sia importante la cultura all’amore e al rispetto dell’altro. Chiunque esso sia.
Basta femminicidio ! Basta infanticidio ! Basta a tutte queste vittime innocenti !
Le leggi ormai ci sono e vanno applicate. L’omertà e la paura devono lasciare il posto alla conoscenza ed alla solidarietà.
Basta alle nudità corporee superflue, alle aggressioni verbali, alle sottili persecuzioni, ai ricatti e ai soprusi, a questi dati da bollettino di guerra.
Speriamo e vogliamo una nuova realtà fatta di conoscenza e condivisione, di confronto costruttivo e parità, di cultura della pace per la pace. Uomini, donne, bambini tutti insieme allo stesso livello.
E questo è quello che noi oggi auguriamo a tutte le donne in Italia e nel mondo: un futuro diverso pieno d’amore e di rispetto senza più martiri della violenza.
Un’utopia ? Sperare non è mai stato un peccato, credere in un futuro migliore un grande valore interiore.
(UDI SASSUOLO E CIRCOLO CULTURALE ARTEMISIA)