Un percorso partito con l’ottenimento della certificazione regionale di “Museo di qualità” e che ha portato, in meno di due anni, alla conclusione di un primo intervento di riqualificazione strutturale che ha migliorato l’accessibilità al pubblico e la tutela delle collezioni. Il Museo della civiltà contadina di Bastiglia, che sorge in un edificio storico di proprietà del Comune, si è rinnovato nella struttura attraverso l’abbattimento delle barriere architettoniche, la verifica sismica, l’installazione di un impianto di videosorveglianza e di sistemi per la rilevazione dei parametri ambientali, la sostituzione degli infissi con vetri che proteggono dalle radiazioni solari. Le opere, del valore di 160.000 euro, sono state finanziate dal Comune di Bastiglia con il contributo della Provincia di Modena (per 25.000 euro) e della Fondazione Cassa di risparmio di Modena (per 70.000 euro).
«L’investimento è stato voluto dal Comune – spiega il sindaco Sandro Fogli – perché il museo, che è un riferimento in provincia nel suo genere e che anche durante i lavori ha continuato a garantire attività e aperture al pubblico, rappresenta un forte elemento identitario per la nostra cittadina e per il territorio, un richiamo a una cultura antica e profondamente radicata come quella della civiltà contadina, che ci dice da dove veniamo».
Domenica 11 marzo, il museo sarà protagonista della trasmissione, in onda sulle emittenti del gruppo Ètv “Invito al museo”, della puntata dedicata a gusto e tradizione, insieme al Museo del balsamico tradizionale di Spilamberto e agli istituti di Sestola, Zocca e Montese. Come specifica Elena Malaguti, assessore provinciale alla Cultura «ha ottenuto risultati significativi che certificano, come attesta anche il marchio di Museo di qualità, non solo il rilievo delle collezioni che ospita ma soprattutto il valore delle attività proposte a partire dalla didattica, divenuta un suo tratto distintivo, basata sul fare e non solo sul conoscere e quindi attiva, capace di avvicinare e rendere vivo il passato».
E infatti tra le prime azioni di rilancio del Museo dopo la piena riapertura c’è proprio l’ulteriore potenziamento delle attività didattiche indirizzate sia alle scuole che alle famiglie, alle persone in svantaggio socio-culturale e gruppi organizzati non scolastici. Sono previsti laboratori per bambini con manipolazioni di diversi materiali, educazione alimentare e la scoperta dei prodotti di campagna, e gli strumenti dello spettacolo popolare e della rappresentazione figurata tradizionale. Il museo propone poi visite guidate anche su temi specifici e sulla storia locale, e incontri di approfondimento sulla cultura del territorio.