“L’aumento delle accise sui carburanti rischia di avere conseguenze del tutto spiacevoli per la categoria degli agenti di commercio – dichiara Umberto Calizzani, presidente provinciale e regionale di FIARC (Federazione Italiana Agenti e Rappresentanti di Commercio) Confesercenti – Se da un lato va ad incidere su ricavi già pesantemente erosi dalla crisi dall’altro rischia di espellere dal mercato e dalla professione migliaia di lavoratori. Abbiamo infatti un solo e importante bene strumentale di lavoro: l’automobile. E a differenza di camionisti o tassisti, che beneficiano di sostegni economici per l’acquisto di carburanti, la nostra categoria non gode di questo tipo di agevolazione fiscale”.
Il pesante incremento delle accise sui carburanti previsto dal decreto “Salva Italia” del governo Monti è stato bollato da agenti e rappresentati di commercio, come una vera e propria ‘sciagura’. “Non è certamente nostra intenzione contestare – ha precisato Calizzani – l’imprescindibile necessità di interventi forti e rapidi per scongiurare il peggio, data l’epocale crisi economica e finanziaria che il nostro Paese e l’Europa stanno attraversando. Crisi per cui la nostra categoria, paga uno dei conti più salti in assoluto dato che attraverso il lavoro degli agenti di commercio passa il 60% del Pil italiano: sono diversi anni, ormai che provvigioni e mandati si riducono giorno dopo giorno a fronte per contro, di un incremento costante delle spese”.
“In un contesto del genere – ha concluso Calizzani – l’aumento delle accise dai 622 attuali ai 704,2 millesimi a litro di carburante, con un introito per lo Stato stimato in oltre 5 miliardi di Euro, potrebbe essere quasi fatale per la nostra categoria. Ragione che ha indotto Fiarc Confesercenti a richiedere urgentemente al governo di intervenire affinché inserisca anche gli agenti e i rappresentanti di Commercio tra quelle categorie ‘professionali’ che godono di benefici fiscali a fronte dell’uso strumentale dell’automobile e dei relativi carburanti”.