(Adnkronos/Adnkronos Salute) – Finiti i tempi in cui le mamme chiamavano i figli dalla finestra mentre giocavano in cortile per dargli la merenda, oggi i bambini già a 7 anni acquisiscono una certa autonomia se, come dimostra un’indagine Eurispes, dispongono di una paghetta. Ai genitori spetta dunque il compito di educarli a compiere scelte alimentari in modo consapevole. Per farlo, ecco i consigli di una psicologa dell’educazione e di una nutrizionista pedagogista che, dal sito www.merendineitaliane.it, aiutano a esplorare questo momento fondamentale nella crescita.Ebbene, anche in questo caso è fondamentale il valore dell’esempio.
“Come prima cosa – raccomanda Anna Maria Ajello, psicologa dell’educazione e docente all’università Sapienza di Roma – evitate liste di alimenti buoni e cattivi: per i bambini più piccoli sono incomprensibili e per i più grandi costituiscono un elemento di potenziale trasgressione”. Insomma, piuttosto che parlare di cibi cattivi, è bene spiegare che esistono modalità, quantità e frequenze di consumo corrette, e altre meno. “Molto più utile, inoltre, diversificare l’alimentazione, in modo che bambini e ragazzi non si concentrino solo su alcuni alimenti, quelli per loro più appetitosi”.E’ importante poi coinvolgere i propri figli nelle decisioni in campo alimentare.
“Siate attenti – continua Ajello dalle pagine di www.merendineitaliane.it – a costruire con loro il menù che durante la settimana intendete proporre, per renderli sempre più consapevoli dei criteri di scelta e quindi potenziali alleati nella realizzazione della vita quotidiana a tavola”. Una regola vince su tutte: adottare per primi un comportamento alimentare corretto, per poter essere un modello per i propri figli.Ma come far capire ai propri bambini qual è il comportamento corretto nei confronti della merenda? Secondo Maria Rita Spreghini, nutrizionista pedagogista, “prima di tutto dobbiamo parlare con i bambini e anche i giochi di parole possono aiutarci. Ripetere che a metà mattina e a metà pomeriggio si fa uno ‘spuntino’, non uno ‘spuntone’ aiuta i bimbi a ricordare che non si deve eccedere con le quantità. La merenda deve solo ‘ricaricare’, per non far arrivare il bambino troppo affamato al pasto successivo, ma nemmeno troppo sazio”.La merenda deve fornire circa il 5-7% dell’energia che serve quotidianamente. “E’ importante non saltarla – continua Spreghini – Per avere un’alimentazione equilibrata è fondamentale infatti che ci siano 5 pasti nel corso della giornata: prima colazione, spuntino di metà mattina, pranzo, merenda del pomeriggio e cena”.
“Non utilizziamo la merenda o lo spuntino come un premio – raccomanda Spreghini – i bambini devono imparare che mangiare correttamente è un impegno per la loro salute, che è importante per il loro benessere e non è la ricompensa per un’attività svolta”.Per far sì che acquisiscano delle corrette abitudini, poi, è molto importante affiancarli. “Preparare la merenda insieme è il modo più utile per capire le porzioni e cosa scegliere: per questo è consigliabile far sì che i bambini entrino in cucina e che siano presenti nel momento in cui si sceglie cosa mangiare. Preparare insieme un piccolo panino, una macedonia di frutta o scegliere dei biscotti, una fettina di crostata o ciambella o una merendina da forno confezionata è un modo perché il bambino apprenda con l’esempio cosa è più giusto mangiare in quel momento della giornata”. Per spiegare ai bambini che ogni alimento deve essere adatto a un determinato momento della giornata, può essere utile anche ricorrere a qualche metafora. “Il cibo è come un vestito, si sceglie in base all’occasione – spiega Spreghini – parlare con semplicità ai bambini è un modo per fargli capire le differenze tra i vari alimenti.
Ad esempio, se un bambino chiede la pizza a merenda, proviamo a fargli capire che è un cibo più adatto per cena, un po’ come se volessimo andare a una festa di compleanno in pigiama. Proponiamogli soluzioni valide e, allo stesso tempo, gustose per un bambino come una merendina da forno, un piccolo panino dolce o salato, oppure un frutto di stagione, accompagnati da t+, latte, una spremuta, un frullato, oppure un semplice bicchiere d’acqua: è importante infatti non trascurare i liquidi e la frutta, che i bambini fanno sempre fatica ad accettare”.Qualche consiglio per invogliare i bambini a mangiare anche la frutta a merenda? “Il modo migliore – assicura Spreghini – è puntare sul colore, che attira molto i bambini. Per cui spazio a frutti colorati (e ricchi di vitamine) come arance, mandarini, mele, scegliendo preferibilmente frutta matura e di stagione. Un’idea che funziona è organizzare un frutta-party: proporre, cioè, un buffet in cui la frutta sia protagonista, ricco di macedonie, spiedini di frutta e dolcetti alla frutta”.Proviamo poi a far assaggiare ai bambini anche “frutti meno noti, come il melograno, un perfetto anti-ossidante, dal sapore dolce e anche ‘divertente’ da scoprire, dal momento che per gustarlo si devono prendere a uno a uno i vari chicchi”. Infine niente fretta.
“E’ importante che i bambini capiscano che il cibo è un valore – conclude Spreghini – anche la merenda non deve essere consumata frettolosamente, ma va gustata. Evitiamo di far mangiare i bambini in macchina mentre rientrano a casa dall’allenamento sportivo o dalle lezioni e cerchiamo anche, entro i limiti del possibile, di non lasciarli mangiare la merenda da soli davanti alla tv o al computer, in attesa del rientro dei genitori”.