Mobiliterà risorse pubbliche e private per circa 83 milioni di euro, per ridurre, attraverso 50 azioni, i consumi energetici e le emissioni di anidride carbonica in atmosfera, nella misura del 20% entro il 2020. Il Piano d’azione per l’energia sostenibile (Seap) è stato approvato dal Consiglio comunale nella seduta di lunedì 18 luglio, con il voto favorevole di Pd e Mpa, si sono astenuti Pdl e Udc.
La delibera è stata presentata in aula dall’assessore all’Ambiente Simona Arletti, che ha affermato: “Sono azioni che non si basano solo sull’operato dell’Amministrazione, ma coinvolgono aziende, istituzioni e, in particolar modo, i cittadini. Questo impegno richiederà investimenti e soprattutto un profondo cambiamento culturale. Modena è una città ricca: ogni cittadino produce circa 700 chilogrammi di rifiuti contro i 600 della media nazionale, in città ci sono 64 autovetture ogni 100 abitanti, compresi anziani e bambini, e il consumo di energia elettrica pro capite è pari a mille750 chilowattora. Poi – ha aggiunto l’assessore – ci sono le nostre eccellenze: siamo ai primi posti in Italia per percentuale di raccolta differenziata, metri quadri di verde per abitante e chilometri di piste ciclabili. La “Modena Energy City”, che da domani va costruita pezzo per pezzo, è da realizzare come sistema Modena – ha concluso Simona Arletti – coinvolgendo la società organizzata e andando a toccare le corde più sensibili delle persone”.
In apertura di dibattito il sindaco Giorgio Pighi ha sottolineato che “in Europa il baricentro della trasformazione si sta spostando sempre più sugli enti locali, basti pensare che l’80% dei cittadini abita nei nuclei urbani. Il primo impegno è quello di una maggiore sobrietà dal punto di vista energetico, coniugando il risparmio con l’efficienza”, ha detto.
Per il Pd, Elisa Sala ha osservato: “Di fronte ad un’emergenza globale, la nostra città ha preso posizione e ha deciso di fare la propria parte; innanzitutto di ridurre entro il 2020 del 20% le emissioni di anidride carbonica. Il Piano chiede impegno, sacrifici e soprattutto ottimizzazione”. La consigliera ha infine lanciato un appello per far rientrare a Modena i giovani ricercatori e per aprire il Piano al contributo di tutti. Giulia Morini ha messo in relazione il Piano comunale con quello triennale della Regione; ha auspicato che “i tagli orizzontali non siano un disincentivo all’attuazione” e ha chiesto pertanto “impegno e linee guide nazionali”. La consigliera ha infine accennato a quelle che considera “due criticità”: per quanto riguarda il trasporto pubblico “servono politiche di area vasta”, ha detto; mentre sul “nodo della termovalorizzazione” ha precisato: “La quantità di energia risparmiata con il riciclo dei rifiuti è superiore a quella ottenuta dall’inceneritore, quindi non perdiamo di vista le priorità”.
Enrico Artioli ha auspicato che il Consiglio comunale esprima un ampio appoggio al Piano al fine di lanciare un messaggio forte alla città per il coinvolgimento di tutti. “Le azioni richieste – ha detto – sono impegnative, ma oggi in Aula sono presenti tutte le autorità e i soggetti locali, dalle aziende alle associazioni di categoria, che possono rendere realizzabile il Piano”, osservando però che “occorre coinvolgere anche le scuole e l’Università”. Ha infine invitato l’assessore a portare i primi esiti del monitoraggio entro la scadenza della consigliatura. Per William Garagnani “l’uso sostenibile dell’ambiente non è un lusso, ma una necessità e il Piano rappresenta la base di partenza”. Il consigliere ha chiesto all’assessore all’Ambiente di diventare un “sergente della Giunta, perché riuscirà a realizzare il Piano nella misura in cui i suoi colleghi prenderanno provvedimenti in tal senso”. Ha infine parlato del problema mobilità casa-scuola suggerendo “di arrivare a un patto con dirigenti, docenti e genitori senza dimenticare, però, che, quando si chiede di non andare a scuola in auto, occorre dare un diverso servizio di trasporto scolastico”.
Per Sergio Celloni (Mpa) “è prioritaria la salute dei cittadini e fondamentale l’educazione che parte dalla famiglia”. Inoltre, “il discorso ambientale va rivisto in ottica nazionale e globale, poiché lo spostamento di enormi masse di persone verso l’occidente determinerà la necessità di ripensare il modo di costruire, oltre che di vivere, e lo sviluppo sostenibile non può prescindere dall’attività imprenditoriale”.
Per il Pdl, Gian Carlo Pellacani ha parlato di un Piano “onnicomprensivo che rischia di essere un libro dei sogni, ma valido nel momento in cui coglie l’urgenza di ridurre le emissioni di anidride carbonica”. Il consigliere ha, inoltre, espresso riserve sul termovalorizzatore, “perché è necessario sfruttare il calore prodotto, purché non diventi un alibi per l’ampliamento dell’inceneritore”; sulla possibilità di aumentare le dotazioni di bici gialle, e sul fotovoltaico, ma soprattutto sull’assenza “dell’Università e quindi della ricerca” tra i soggetti coinvolti.
L’assessore alla Programmazione del territorio Daniele Sitta ha detto di “condividere il Piano oltre che nel merito, anche nel metodo, perché parte dai dati oggettivi per individuare strategie chiare che producano reali miglioramenti”. Ricordando “l’uso illimitato e incontrollato delle risorse attuato fino agli anni ’80”, ha detto: “Siamo ad una svolta sociale ed economica; ripensare all’urbanistica delle nostre città oggi significa tener conto che il diritto ai servizi, alla casa e alla mobilità rimarranno le richieste forti, ma la risposta dovrà essere attenta alla compatibilità ambientale e alla tutela della salute. Si tratta di pensare una città compatta dotata di tutti i servizi con tipologie costruttive in grado di far consumare meno”.
In conclusione di dibattito, Davide Torrini (Udc) ha auspicato che “non sia solo un piano di buone intenzioni, ma che ci sia anzi la volontà di realizzare azioni importanti e necessarie”. Si è detto turbato “nel vedere cifre così importanti”, che rischiano di rendere le azioni difficilmente realizzabili, ma ha anche aggiunto di “non volersi sottrarre al dialogo, soprattutto alla luce dell’intervento dell’assessore Sitta “che ha parlato di modalità nuove di concepire il Piano strutturale comunale”.