“E’ un progetto che mi rappresenta in pieno perché ci sono canzoni alternate a trovate molto personali, il tutto riportato in un ambito decisamente jazz”. Così Fabrizio Bosso commenta il suo nuovo progetto stabile: il quartetto che ormai da tempo lo accompagna, con l’innesto deciso del chitarrista Roberto Cecchetto a qualificare e variare l’organico composto da Luca Mannutza alle tastiere, Luca Bulgarelli al contrabbasso e Lorenzo Tucci alla batteria. Tutto nasce in occasione della preparazione del disco registrato dal vivo il 22 ottobre 2009 alla Casa del Jazz di Roma, per la pubblicazione nell’ambito della serie dedicata ai migliori jazzisti italiani dal L’Espresso; opportunità nella quale, oltre a Cecchetto, si sono avvicendati sul palco altri graditi ospiti. Studio, riflessione e pratica strumentale, tre virtù che da sempre definiscono l’operato del quartetto, vengono in questa occasione vivificate dalla presenza sublime di un musicista in grado di confrontarsi con la tradizione, non lasciarsi sedurre dal virtuosismo fine a se stesso, e traghettare, a sua volta, Fabrizio e gli altri in territori impervi e nuovamente affascinanti. Il repertorio rappresenta quanto di più si possa pensare contemporaneo: non tradisce la storia, ma guarda curioso all’attualità. Così si alternano standard come My Funny Valentine rivisitazioni di due brani della tradizione black come Overjoyed di Steve Wonder e una hit pescata dal repertorio di Michael Jackson. E il resto è rappresentato da canzoni e buon jazz. Spicca così l’omaggio a Louis Armstrong (Do You Know What It Means to Miss New Orleans) non meno che quello a Miles Davis, perché sarà infatti eseguita quella popular song che Miles scelse come titolo per un suo noto disco, Someday My Prince Will Come. Tuttavia il brano, celebre per essere stato originariamente composto per un cartone della Walt Disney, è stato arrangiato in una versione afro.
Fabrizio Bosso ha iniziato a suonare la tromba a 5 anni. A 15 era già diplomato al conservatorio G. Verdi di Torino. Coltivando di continuo gli interessi per la musica di estrazione colta si è accostato al jazz. Un richiamo forte, suadente, a cui il torinese non ha saputo reagire. Tecnicamente impeccabile, ciò che più colpisce di Bosso è la creazione di una grafia personale, in cui il colore e la dinamica del suono non sono mai scontati, il senso dello swing è spinto agli eccessi, la tensione creativa è costante anche nell’interpretazione di standard. Oltre ad aver svolto attività concertistica sotto la direzione di George Russell, Mike Gibbs, Kenny Wheeler, Dave Liebman, Carla Bley e Steve Coleman, è stato anche reclutato da Charlie Haden per alcune tappe del tour promozionale del nuovo album della Liberation Music Orchestra. Nel 1999 viene votato come “Miglior Nuovo Talento” del jazz italiano dal referendum della rivista Musica Jazz, e negli anni collabora stabilmente nei gruppi di Salvatore Bonafede, Giovanni Mazzarino ed Enrico Pieranunzi. Sono proprio gli anni 2007/2008 a incoronare Bosso come uno dei più grandi musicisti italiani. Dapprima il successo nel 2007 di quello che è considerato il suo esordio da leader per una casa discografica importante, la Blue Note / Emi Italia, You’ve Changed, realizzato con il suo quartetto stabile e un’orchestra di tredici archi, la Bim String Orchestra diretta da Paolo Silvestri, con ospiti Diane Reeves e Sergio Cammariere. Inoltre la partecipazione al successo di Trouble Shootin, bel disco di Stefano Di Battista con il quale ha realizzato importanti tournée in Europa. Nel 2008 invece, oltre a Five Four Fun degli High Five, Fabrizio Bosso ha pubblicato Sol! con il Latin Mood composto da Javier Girotto (co-leader),Natalio Mangalavite, Marco Siniscalco e Luca Bulgarelli, Lorenzo Tucci, Bruno Marcozzi, più l’ospite special Raul Midón. E, sempre nello stesso anno, il funanbolico duo con Antonello Salis per la Parco della Musica Records: Stunt (con cui ha vnto il TOP JAZZ 2009). Ha partecipato inoltre al progetto inedito, realizzato da Roberto Gatto e dedicato al rock progressivo, inciso anche per la serie Jazz Italiano Live 2008 del La Casa del Jazz / L’Espresso ed è presente anche in un altro progetto realizzato nella stessa collana,Omaggio a Fabrizio De André. Nel 2009, dopo un’apparizione in qualità di ospite speciale al Festival di Sanremo, (cui aveva già partecipato la precedente edizione con Sergio Cammariere) al fianco della giovane promessa Simona Molinari, ha partecipato al progetto About a Silent Way di Maurizio Martusciello con Francesco Bearzatti, Eivind Aarset e Aldo Vigorito, uscito in allegato a Musica Jazz per celebrare i 40 anni dell’opera di Miles Davis. Ha inoltre realizzato un disco in quartetto, con Luca Mannutza, Luca Bulgarelli e Lorenzo Tucci, per la collana del Jazz Italiano de la Casa del Jazz/L’Espresso, ospiti Roberto Cecchetto, Giuseppe Milici, Natalio Mangalavite, Bruno Marcozzi e con la partecipazione straordinaria di Filippo Timi e un disco per il mercato giapponese, ma che presto uscirà in Italia, con Luca Mannutza, Lorenzo Tucci e Nicola Muresu e ospiti Marco Tamburini e Max Ionata, dal titolo Black Spirit. Nel 2010 ha partecipato al bellissimo progetto “Complete Comunion”, ideato da batterista italo francese Aldo Romano con Heri Texier e la formidabile altista Geraldine Laurent. Il CD è uscito in live allegato a Musica jazz e la versione in studio è pubblicata dalla prestigiosa label francese Dreyfus. Alla fine dell’anno ha dato vita ad un nuovo trio, con Alberto Marsico all’organo hammond e pianoforte e Alessandro Minetto alla batteria. Con loro ha registrato Spiritual, in uscita nei prossimi mesi. Sempre a fine 2010 ha egistrato il disco Libero con il quartetto storico e l’aggiunta del chitarrista Roberto Cecchetto, che uscirà nei prossimi mesi in Giappone per la PONY CANYON. A giugno 2011 Bosso sarà a Londra per registrare Enchantment – L’Incantesimo con la London Symphony Orchestra. Il progetto è dedicato alla musica di Nino Rota in occasione del centenario della nascita. Gli arrangiamenti e la direzione d’orchestra sono del M° Stefano Fonzi. Con lui sarà la ritmica di Claudio Filippini al pianoforte, Rosario Bonaccorso al contrabbasso e Lorenzo Tucci alla batteria.
Luca Mannutza Nato a Cagliari il 22 settembre del 1968, si avvicina alla musica giovanissimo grazie al padre che gli impartisce i primi rudimenti musicali e pianistici all’età di soli quattro anni. Nel 1974 inizia privatamente lo studio del pianoforte classico per poi iscriversi cinque anni più tardi al Conservatorio “G.P. da Palestrina” di Cagliari. Dal 1993 inizia ad esibirsi al fianco di alcuni dei migliori musicisti italiani tra i quali Paolo Fresu, Emanuele Cisi, Maurizio Giammarco, Bebo Ferra, Francesco Sotgiu, Steve Grossman. Nel 1999 si trasferisce a Roma dove inizia a collaborare con la cantante Susanna Stivali con cui partecipa ai concorsi Barga Jazz, Viva il jazz ed al Festival Jazz di Malta. Nel giugno 2002 vince il Premio Massimo Urbani. Nel gennaio 2003 inizia ad insegnare piano jazz al
Seminario Invernale di Nuoro e successivamente piano jazz al Conservatorio di Cagliari. Ha collaborato con i migliori musicisti della scena italiana, e non (Jeremy Pelt), ed ha partecipato ai più importanti festival internazionali di jazz tra i quali Umbria Jazz, Jazz Italiano a New York, Parc Floral di Parigi. Oltre ad esibirsi in piano solo e in quintetto codiretto con Andy Gravish (Sound Advice), gira in duo con Ionata, fa parte degli High Five (con loro oltre al successo del quintetto ha condiviso anche l’ascesa di Mario Biondi), del quartetto di Roberto Gatto con il quale ha registrato “Traps” (CamJazz) e diverse altre formazioni al top del jazz italiano. “Five for Fun” per Blue Note / Emi Italia, realizzato con gli High Five è campione di incassi in Giappone.
Luca Bulgarelli è tra i migliori giovani contrabbassisti in circolazione – usa anche il basso elettrico ed è attento agli strumenti digitali. Dotato di alta padronanza tecnica e ricca sensibilità espressiva, originario dell’Abruzzo ma da tempo residente a Roma, si dimostra un musicista enciclopedico che si sta ricucendo un ruolo cardine nell’ambito di altri importanti progetti come il quintetto di Roberto Gatto, la band di Sergio Cammariere, al fianco di Ada Montellanico ed Enrico Pieranunzi. E’ musicista molto presente e attiva sulla scena nazionale.
Lorenzo Tucci è un batterista incredibile la cui tecnica è frutto di un’attenta scomposizione sia del drumming di matrice nero americana che va da Elvin Jones a Tony Williams sia dell’impressionismo di Shelly Manne e Buddy Rich. Si esibisce spesso al fianco di Rosario Giuliani, è membro stabile degli High Five e fa parte della schiera di musicisti jazz reclutati da Nicola Conte per i suoi progetti crossover. Nel 2001 è uscito il primo disco a suo nome dal titolo Sweet Revelation (Philology). Drumonk per Via Veneto Jazz è invece il suo bel lavoro dedicato a Thelonious Monk. Il suo ultimo disco, pubblicato da Schema Records nel 2009, si intitola “Touch”.
Roberto Cecchetto studia chitarra classica al Conservatorio di Milano e composizione con Filippo Daccò. Si perfeziona grazie ad una borsa di studio ricevuta per partecipare ai seminari estivi di Siena Jazz nel 1992 e dopo qualche tempo interviene all’incontro annuale dello I.A.S.J. (International Association School of Jazz) svoltosi a New York dove ha la possibilità di suonare al JVC New York Jazz Festival e all’ONU. Più o meno nello stesso periodo Roberto Cecchetto comincia a svolgere una decisa attività concertistica entrando a far parte del gruppo Tribute con Andrea Dulbecco, subito dopo è nel Roberto Della Grotta Sextet. In seguito suona con Paolo Fresu, entra a far parte del Daniele Cavallanti Quartet e dell’orchestra Jazz Chromatic Ensemble, si dimostra uno dei migliori chitarristi sulla scena, capace di muoversi nell’ambito dell’avanguardia e dialogare in modo serrato con stili più prossimi alla tradizione. Nel 1993 Enrico Rava mette in piedi un quintetto elettrico, il Rava Electric Five, e Cecchetto diviene una delle due chitarre elettriche assieme a Domenico Caliri. Con Rava – con il quale inciderà diversi dischi come Rava noir e Certi angoli segreti (Label Bleu) – partecipa alle più prestigiose manifestazioni della scena jazz internazionale in particolare in Francia, Austria, Germania, Canada e Giappone. Instaura un ottimo rapporto collaborativi con il trombettista Giorgio Li Calzi, con il sassofonista Daniele Cavallanti e con il batterista Tiziano Tononi divenendo presto una delle colonne portanti dell’organico Nexus fondato da questi ultimi due musicisti agli albori degli anni Ottanta. Partecipa inoltre alle registrazioni di Awake Nu, doppio tributo di Tononi alla musica stellare di Don Cherry, nel quale affianca l’ospite speciale Herb Robertson alla tromba e flicorno. In Seize the time!- Nexus Orchestra, affianca il grande trombonista Roswell Rudd, ospite speciale della registrazione.
Tra le sue esperienze di maggior interesse va certamente ricordata la collaborazione con Gak Sato (Tangram 2001 e Informed Consent 2006), musicista e sperimentatore originario di Tokyo ma da tempo residente in Italia. Parentesi davvero fortunata nella carriera di Cecchetto è la formazione Rand-o-mania con il trombone di Gianluca Petrella e ritmica formata da Andrea Lombardini e U.T. Gandhi, altro musicista con il quale divide spesso il palcoscenico. E’ leader del Downtown trio, completato da Giovanni Maier al contrabbasso e Michele Rabbia alla batteria e percussioni nell’ambito del quale esplorano l’improvvisazione più fantasiosa servendosi anche dell’elettronica. L’omonimo esordio, pubblicato da Auand nel 2007, è stato presto bissato da Memories – suggellato dalla presenza di Antonello Salis – pubblicato a maggio 2009 per la Parco della Musica Records. Condivide con Maier, compagno fedele fin dai tempi del Rava Electric Five e del Jazz Chromatic Ensemble, un duo formidabile che ha inciso per Artesuono di Stefano Amerio Slow Mood (2003), disco acustico supportato dall’ausilio di loops, il secondo lavoro discografico “Blues Connotation” di recente pubblicazione. Viene votato come Miglior Strumentista del 2007 ex aequo con Stefano Bollani nella Categoria “pianoforte-tastierechitarra” del referendum TOP JAZZ indetto dalla rivista specializzata Musica Jazz. Fa parte del nuovo progetto di Giorgio Rossi con Alessandro Gwis e Michele Rabbia AnimaAnimataMente ed è stato pubblicato per Parco della Musica Records il nuovo disco del Downtown trio con ospite Antonello Salis, Memories (luglio 2009). Tra i suoi più recenti progetti, il duo con Giovanni Guidi al pianoforte e il quartetto Mantra con Francesco Bearzatti, Luca Bulgarelli e Ivo Parlati. E’ appena uscito per la MyFavorite il terzo disco del Downtown trio con ospite Giovanni Guidi dal titolo Soft Winds.
IN CASO DI PIOGGIA IL CONCERTO SI TERRA’ presso le Scuderie di Villa Spalletti.
Info: ATER Tel: 059 340221 E-mail: mundus@ater.emr.it. internet: http://ater.regione.emilia-romagna.it