Sarà più semplice soddisfare la richiesta d’acqua potabile nell’area delle Terre di Castelli, grazie all’intervento avviato in questi giorni a Vignola. I tecnici di Hera sono impegnati per potenziare la rete idrica attraverso la posa di una nuova condotta di oltre un chilometro che andrà a connettere il serbatoio dell’acquedotto di Vignola, denominato “Gessiere”, con la rete acquedottistica collegata ai pozzi di via Fogazzaro e al serbatoio di via Coccola a Spilamberto. I lavori consentiranno di avere maggiore risorsa idrica disponibile per l’area di Vignola, Marano sul Panaro e la zona più alta di Castelvetro, diversificando le fonti di alimentazione. Questo permetterà, inoltre, di mantenere l’acqua proveniente dalle sorgenti della Rosola in quota, a disposizione dei comuni di Guiglia e Zocca, per far fronte a eventuali situazioni di siccità prolungata.
Obiettivo qualità del servizio: oltre 1.500 metri cubi d’acqua in più ogni giorno
Garantire l’approvvigionamento idrico nell’area delle Terre di Castelli è sempre stato difficoltoso. Dal 2006 al 2010, infatti, grazie alla convenzione con l’Autorità d’Ambito Territoriale di Modena, gli investimenti nel ciclo idrico solo in quest’area sono ammontati a quasi 25 milioni di euro, e i lavori per il rinnovo e il potenziamento delle reti non si sono mai fermati. È grazie a questi interventi mirati eseguiti da Hera che, dal 2008 a oggi, non si è più verificata alcuna emergenza. Questo nuovo importante lavoro, del valore complessivo di circa 200 mila euro, ha proprio l’obiettivo di migliorare ulteriormente la qualità del servizio, eliminando possibili criticità derivanti da periodi siccitosi che riducono la disponibilità delle sorgenti montane della Rosola e delle falde di Vignola. Con questa nuova opera, infatti, al “Gessiere” arriveranno, dal più “potente” acquifero di Spilamberto, oltre 1 milione e 500 mila litri d’acqua in più ogni giorno, equivalenti al consumo di circa 4.000 famiglie.
I lavori: oltre 1 km di rete potenziata e riqualificata
L’intervento, che dovrebbe concludersi entro il mese di settembre, consiste nella posa di una tubazione in acciaio, di diametro 30 centimetri e lunga oltre un chilometro, che partirà dall’incrocio in via Tangenziale ovest – via per Spilamberto, proseguendo su via di Mezzo, via Nazario Sauro e via Prada, fino ad arrivare alla rotonda di intersezione con la Tangenziale via per Sassuolo. Contestualmente, nelle strade interessate Hera riqualificherà l’intera rete di distribuzione, che è soggetta a frequenti rotture. Questa sarà, infatti, rinnovata e distrettualizzata, per rendere più efficace il monitoraggio in continuo e la ricerca di eventuali dispersioni non diversamente individuabili. Le opere avviate da Hera in questi giorni rappresentano lo stralcio principale dei lavori relativi al potenziamento della rete idrica di Vignola, che saranno completati con la costruzione del nuovo serbatoio del “Gessiere”, come previsto dal Piano d’Ambito dell’ATO di Modena, che passerà dalla capacità attuale di 150 a 2.500 metri cubi.
Roberto Gasparetto: “Gli interventi ora sono più efficaci”
“Questo intervento si pone in continuità con la strategia che abbiamo sviluppato negli ultimi anni nel contesto della pianificazione d’Ambito – spiega Roberto Gasparetto, direttore dell Business Unit Hera di Modena –. La straordinaria mole di investimenti effettuati da Hera nel ciclo idrico, che nelle Terre di Castelli sono stati nell’ordine dei 5 milioni di euro ogni anno dal 2006 a oggi, ci permette oggi di ottenere grandi risultati con interventi relativamente meno onerosi, perché ci appoggiamo su un sistema impiantistico più stabile”.
Stefano Vaccari: “Funziona il sistema di regolazione a Modena”
“Questa nuova opera – commenta Stefano Vaccari, Presidente di ATO e assessore all’Ambiente della Provincia di Modena – conferma l’efficacia della programmazione degli investimenti effettuata da Ato. In particolare il lavoro svolto dall’Autorità in questi anni per la pianificazione degli interventi nelle Terre di Castelli ha consentito di razionalizzzare la rete, ridurre le dispersioni e migliorare l’impiantistica nelle zone di montagna. Il fatto che da due anni non si verifichino emergenze idriche significa che abbiamo scelto bene dove intervenire”.