Si è aperta con un minuto di silenzio per la morte di Barbara Cuppini di Serramazzoni, accoltellata dal compagno, la Conferenza provinciale delle donne del Pd. Non un ennesimo caso di cronaca nera ma una vera e propria piaga sociale – secondo molte delle donne presenti all’agriturismo di Baccelliera – che i media si ostinano a chiamare “omicidi a sfondo passionale”.
“Non era previsto parlare di violenza alle donne – ha detto in apertura dei lavori Caterina Liotti, presidente del Consiglio comunale di Modena e portavoce della conferenza – ma ci rendiamo conto che la vicenda è indissolubilmente legata ai temi di questa sera, una cultura e una politica che devono cambiare in fretta, che devono portare un segno femminile”.
Tutte d’accordo nel dire che una svolta è già avvenuta. I successi delle amministrative del 15 e 16 giugno e dei referendum (sono il 20% in più rispetto agli uomini le donne che hanno votato contro il nucleare, per acqua pubblica e legalità) dimostrano che il vento è cambiato. Grande merito – anche su questo l’accordo è stato unanime – va alla manifestazione delle donne del 13 febbraio (movimento Se non ora quando) che ha portato in 220 piazze donne e uomini e come è stato detto “ha scoperchiato la pentola del malcontento”. Le donne hanno aperto la strada.
Gli interventi delle donne hanno ruotato attorno al tema del lavoro che, guardato con occhi femminili, significa soprattutto maternità, servizi, lavoro di cura non pagato (che, se fosse conteggiato, costituirebbe il 30-40% del Pil del nostro Paese), equa distribuzione di carichi familiari, disparità salariali, fino alla vergognosa pratica delle dimissioni in bianco (le lettere che le giovani donne devono firmare impegnandosi a lasciare il lavoro in caso di maternità).
Impegno prioritario della Conferenza sarà la legge che impegna i partiti sulla doppia preferenza di genere, ovvero la possibilità per gli elettori di scegliere in tutte le consultazioni elettorali, un candidato uomo e una candidata donna.
La richiesta che arriva dalla Conferenza è quella di estendere il meccanismo della doppia preferenza anche alle primarie per la scelta dei candidati (ovviamente alle cariche assembleari, non monocratiche). Se la politica non saprà cogliere le potenzialità del mondo femminile in movimento – hanno sottolineato molti interventi – sarà una sconfitta per le donne ma molto di più per il paese. Il risveglio c’è stato – ha concluso Davide Baruffi, segretario provinciale Pd – Il vento è cambiato.
Adesso il partito deve aprire le vele. Conviene a tutti e non solo alle donne”.
Immagine: (da sinistra) Caterina Liotti, Daniela De Pietri e Roberta Agostini, coordinatrice della Conferenza nazionale delle donne Pd