Ha litigato con la convivente, poi ha telefonato al padre dicendo che voleva farla finita. L’allarme giunto alla centrale operativa dei carabinieri di Reggio Emilia e’ stato girato a un equipaggio del Nucleo radiomobile, e dopo un paio d’ore di ‘trattative’ telefoniche i militari sono riusciti a far desistere l’aspirante suicida, che in un bosco del Parmense, dopo essersi tagliato le vene, stava per impiccarsi. I militari lo hanno convinto a mettersi alla guida dell’auto e a lasciare la zona, poi lo hanno rintracciato nel centro di Ciano d’Enza e lo hanno affidato alle cure dei sanitari del 118. Aveva tagli ai polsi e segni al collo; i sanitari lo hanno giudicato guaribile in una decina di giorni.

Il movimentato episodio e’ cominciato nel primo pomeriggio di ieri, protagonista un 43enne parmigiano abitante a Sant’Ilario d’Enza. Il padre, dopo aver ricevuto la telefonata, da Parma si e’ precipitato a Sant’Ilario, ma il figlio non era in casa. Da qui l’allarme al 112. Dopo vari tentativi a vuoto, i carabinieri sono riusciti a contattare l’ aspirante suicida sul telefonino, appurando che si trovava in un bosco tra Neviano degli Arduini e Bazzano, in provincia di Parma, con la corda al collo dopo essersi tagliato le vene.

Quando l’uomo e’ stato convinto a desistere, si e’ messo alla guida della sua auto ma, in stato confusionale, non e’ riuscito a indicare ai militari dove si stava recando. Solo grazie al nome di un ristorante, i carabinieri sono riusciti a rintracciarlo a Ciano d’Enza.