In Emilia Romagna operano 4.056 vigili urbani di vario grado, appartenenti a strutture di 339 Comuni. I dati sono stati resi oggi in occasione del convegno “Sicurezza e polizia locale in E.Romagna. Risultati raggiunti e obiettivi svoltosi in Regione.

Centottantuno sono strutture di polizia municipale, in buona parte associate e dotate di tecnologie all’avanguardia. I primi sei anni di politiche per la sicurezza urbana della Regione Emilia-Romagna – dopo la riforma che dal 2001 ha ridisegnato i compiti della polizia locale e responsabilizzato in modo diretto i Sindaci e le Regioni – hanno portato a diverse trasformazioni e a raggiungere risultati significativi.

 “Dal 2003 al 2008 con il riordino della polizia municipale, il numero delle strutture comunali e’ passato da 261 a 181 con una riduzione del 31%”, ha spiegato l’assessore regionale al ramo Simonetta Saliera aprendo il convegno. “Molti piccoli e medi Comuni hanno accorpato il servizio migliorando l’organizzazione. Oggi il 75% della popolazione emiliano-romagnola e’ servita da 42 corpi di polizia municipale. Grazie al sostegno della Regione, dal 2003, gli organici di polizia hanno ricominciato a crescere e potuto contare su nuove e piu’ avanzate tecnologie e sulla formazione”.

“Sono stati finanziati 42 accordi di programma nel periodo 2005-2009 per una cifra pari a 12.500.000 di euro e con contributi per 5.500.000 euro per migliorare i controlli stradali, contrastare la guida in stato di ebbrezza, per interventi in caso di incidenti stradali e acquisizione di nuovi strumenti sanitari (come i defibrillatori), videosorveglianza, nuovi veicoli e apparati di radiotrasmissione”.

Le strutture di polizia municipale in Emilia-Romagna In Emilia-Romagna la polizia locale e’ presente in 339 Comuni (il servizio non e’ attivo in 9 piccolissimi Comuni inferiori ai 1.000 abitanti) mediante strutture incardinate su un singolo ente o che operano in piu’ comuni associati. Il numero di strutture (comunali e intercomunali) e’ passato dalle 261 del 2003 alle 181 del 2008 (-31%), grazie al forte orientamento all’associazionismo tra enti promosso dalla Regione che ha consentito una razionalizzazione delle risorse umane e materiali.