La due giorni poetica che si svolgerà il 29 e il 30 maggio in piazza XX settembre a Modena con il titolo delfiniano “Poesie della fine del mondo” sarà dedicata a Edoardo Sanguineti.

Il poeta dell’avanguardia, autore teatrale, saggista e critico morto ieri a 79 anni a Genova aveva tenuto a battesimo il “Poesia festival” delle Terre di Castelli e non aveva mai fatto mancare la sua vicinanza e attenzione. Ora che quel festival vede un’anteprima nel capoluogo, con la partecipazione di 14 tra i maggiori poeti italiani, la scelta di dedicare a lui l’iniziativa è stata immediatamente decisa dagli organizzatori: l’assessore alla Cultura del Comune di Modena Roberto Alperoli e Alberto Bertoni, poeta e docente ad Italianistica all’Università di Bologna.

“Il nome di Edoardo Sanguineti – racconta Bertoni – era stato proprio il primo al quale avevamo pensato tra quelli da invitare a ‘Poesie della fine del mondo’ perché incarnava, oltre a quella del poeta, la figura dell’intellettuale di fine ‘900. Con il suo recente ‘Ritratto del Novecento’ ha realizzato anche la sintesi perfetta di quella interazione tra le arti, fotografia e cinema compresi, che è stato uno dei tratti caratteristici e vitali del secolo scorso. Come poeta ha rappresentato una voce originalissima, tanto sul piano formale con la sua appartenenza alla neoavanguardia, quanto su quello conoscitivo, per la sua capacità di trasformare la vita quotidiana dell’individuo in esperienza metafisica”.

Anche Roberto Alperoli, assessore comunale alla Cultura, conferma che il progetto della due giorni poetica di piazza XX settembre era nato con la convinzione che anche Edoardo Sanguineti avrebbe partecipato.

“Quando spiegavo che cosa sarebbe stato ‘Poesie della fine del mondo’ – ricorda Alperoli – al momento di citare i tanti poeti ospiti eccellenti, iniziavo sempre dicendo che purtroppo Sanguineti non avrebbe potuto esserci. Quando ho appreso la notizia della sua morte ho provato una fitta di dolore. Per me Edoardo Sanguineti – prosegue l’assessore – era la quintessenza stessa della poesia, l’immagine e la sostanza. La sua figura e il suo corpo avevano un’aura suggestiva. Ricordo che inaugurò la prima edizione del ‘Poesia festival’ davanti a una piazza gremita e lui, così esile e così potente, la riempì di emozioni. Se c’è stata una persona, a mio parere, avvicinabile a Pier Paolo Pasolini nella sua dimensione di intellettuale totale, quella persona è proprio Sanguineti, con la sua poesia che era leva e motore di pensiero e di conoscenza”.