L’esperienza e il modello dei Musei Civici di Reggio Emilia saranno al centro dell’attenzione, il 15 e 16 maggio, al Festival dei Musei ungheresi di Budapest. È tradizione di questo prestigioso festival invitare ogni anno un museo straniero per farlo conoscere al pubblico ungherese. Le autorità culturali di Budapest hanno ritenuto quindi l’esperienza dei Musei Civici di Reggio Emilia – ricchi di notevoli collezioni create dal Settecento ad oggi, dalle raccolte naturalistiche di Lazzaro Spallanzani, alle etnografiche e paleontologiche di Gaetano Chierici, dalle archeologiche alle artistiche (Fontanesi, Mazzacurati… ) – un modello significativo del lavoro culturale, che un museo può svolgere nei confronti del proprio territorio di riferimento. Proprio per accrescere l’interattività dei Musei Civici, il Comune di Reggio ha promosso, affidandolo a Italo Rota, l’allestimento di una nuova sezione all’ultimo piano della sede di palazzo San Francesco, di cui si può apprezzare un’anteprima fino al 13 giugno, nell’ambito di Fotografia Europea. Una delegazione dei Musei Civici di Reggio Emilia sarà ospite per presentare e testimoniare il lavoro che i musei reggiani svolgono nell’ambito della loro comunità ed il ruolo che viene ad essi riconosciuto.

L’evento di Budapest, promosso dal Museo nazionale ungherese (Magyar Nemzeti Muzeum) ormai da 15 anni, si inserisce nella festa dei Musei per l’armonia sociale, in concomitanza con la Giornata mondiale dei musei. Il giardino storico del Museo nazionale, nel centro di Budapest, accoglie i padiglioni nei quali oltre 100 musei ungheresi presentano le proprie collezioni e le proprie attività. Sono anche previsti spettacoli per adulti e bambini e si dà spazio all’artigianato nazionale. Operatori del settore e visitatori hanno la possibilità di scambiarsi di idee e informazioni su proposte e attività inerenti il patrimonio culturale, il paesaggio e i servizi turistici nazionali.

PERCHÉ REGGIO A BUDAPEST – Ad affascinare gli ungheresi è stata l’unicità del Museo di Reggio nell’offrire ai propri visitatori l’opportunità di compiere un viaggio nell’idea stessa di museo, dal Settecento a oggi, appunto attraverso collezioni di vario genere, che convivono all’interno dello stesso edificio storico. Gli ungheresi si sono dimostrati anche molto interessati al Museo del Tricolore, segnalando le affinità della loro storia nazionale con la nostra, in quanto i patrioti ungheresi sono stati partecipi del nostro Risorgimento e l’Ungheria era a sua volta sottomessa all’impero asburgico.

IL LAVORO DEI MUSEI CIVICI SUL TERRITORIO – Viene rivolta grande attenzione al mondo della scuola, che considera il museo una tappa imprescindibile nel percorso educativo dei ragazzi e che vede coinvolti ogni anno 26.000 studenti appartenenti a scuole di ogni ordine e grado, con un programma di 70 percorsi differenti, inerenti le diverse sezioni delle collezioni museali.

Le proposte dedicate ai ragazzi e alle famiglie riscontrano da anni particolare successo: queste vengono offerte da tutte le sedi museali di Reggio, a cui si è aggiunta di recente quella del Centro Didart, nella nuova Biblioteca delle Arti.

Infine gli appuntamenti dedicati agli adulti, ormai diventati un punto fermo del tempo libero dei reggiani, presenti in ogni stagione e con novità, sia di temi che di modalità di approccio con il pubblico. Interesse hanno suscitato anche i diversi progetti rivolti ai cittadini di origine non italiana, testimonianza di un’attenzione costante dei Musei reggiani nei confronti di una comunità in continua trasformazione. Su questo filone d’interesse, il progetto più recente è stato Mothers (nato a seguito di un bando europeo MAPforID – Museum Are Places for Intercultural Dialogue), che ha raccolto il favore di diverse istituzioni internazionali.