È nata a Sassuolo la piastrella ceramica che non consuma solo argilla, ma ricicla anche, debitamente trattati, rifiuti industriali, in particolare del settore agroalimentare. Dando così nuova vita agli scarti e risparmiando in impatto ambientale e consumo di risorse naturali. L’ha realizzata l’azienda sassolese Manfredini & Schianchi, lavorando insieme al laboratorio Enviren della Rete alta tecnologia della Regione Emilia-Romagna.
La novità, insieme ad altre, è stata presentata nel corso del convegno “Ambiente: innovazione e impresa” che si è svolto presso la sede di Aster a Bologna (area CNR – via Gobetti 101). “Il nostro laboratorio – spiega il responsabile Franco Prodi, professore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera del CNR – si occupa di tecnologie per il monitoraggio ambientale, il trattamento e la valorizzazione energetica dei rifiuti, la gestione della risorsa idrica. Può contare su 111 ricercatori, di cui 38 a tempi pieno, e sta puntando sempre più sulla collaborazione con le imprese del territorio”.
I primi risultati iniziano a vedersi: al convegno bolognese sono state presentati i prodotti realizzati da 11 imprese in collaborazione con il laboratorio. Si va dalle scosse elettriche che liberano la terra dall’inquinamento a un processo di bioliquefazione per estrarre dai vegetali vitamine e principi attivi fino all’ultima goccia, passando per le vernici bio per gli scafi delle navi rigorosamente a prova di alga e le centraline antismog miniaturizzate, che controllano l’aria girando a bordo dei bus.
Manfredini & Schianchi ha presentato il proprio progetto, avviato nei primi giorni del 2009, di un impasto ceramico integrato da scarti provenienti da altri settori industriali, in particolare l’agro-alimentare. “Il prodotto finale – spiega Maurizio Bonvicini – dovrà essere più economico di quelli oggi in commercio, dal punto di vista dell’utilizzo di materie prime e da quello delle risorse generali utilizzzate nel processo di produzione”. L’azienda, con base a Sassuolo impiega oggi 48 dipendenti con un fatturato che nel 2009, anno della crisi nera, è cresciuto a 12,5 milioni di euro, dagli undici dell’esercizio precedente.