Il Dipartimento di Scienze della Terra ricorda il prof. Giorgio Rivalenti, docente di Petrologia e Petrografia alla facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche, Naturali, ad un anno dalla sua scomparsa e lo fa organizzando una giornata dedicata agli studi di interesse del docente.
L’appuntamento dal titolo “A chiaccherar di mantello e crosta in ricordo di Giorgio Rivalenti…”, che si terrà lunedì 15 febbraio 2010 alle ore 11.00 presso l’Aula E del Dipartimento di Scienze della Terra (Largo S.Eufemia, 19) a Modena, sarà una carrellata di ricordi, seminari ed i interventi che coinvolgeranno i docenti nonchè amici della struttura, docenti e ricercatori italiani e stranieri che hanno collaborato nelle ricerche con il prof. Giorgio Rivalenti e gli studenti che frequentavano i suoi corsi.
Ad aprire la giornata sarà il Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra prof.ssa Daniela Fontana alla quale farà seguito una breve introduzione del collega più vicino a Giorgio Rivalenti, il prof. Maurizio Mazzucchelli, che poi sarà la voce narrante dell’intera giornata. A seguire l’intervento di alcuni suoi studenti dal titolo “In ricordo dell’uomo che si aggirava per i corridoi del Dipartimento di Scienze della Terra con lo sguardo accigliato e la pipa in bocca”
Seguiranno i professori Antonio Rossi e Gian Paolo Sighinolfi dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia che ricorderanno la figura di “Giorgio Rivalenti: non solo ricercatore, ma anche amico e compagno di viaggi”. In videoconferenza parteciperà anche il prof. Vicente A.V. Girardi dell’Universidad de São Paulo del Brasile che ricorderà il professore con un suo intervento sui “30 anni di ricerche in Brasile” svolti assieme al prof. Rivalenti. Dopo la pausa pranzo il dott. Alberto Zanetti del CNR di Pavia farà un “Resoconto di 10 anni di (animate…) discussioni sul Mantello Patàgone” ed il prof. Silvano Sinigoi dell’Università di Trieste parlerà de “Il sistema magmatico del Sesia” illustrando la scoperta di un supervulcano fossile attivo nelle Alpi Occidentali tra 285 e 280 milioni di anni fa.
All’interno della giornata sono previste due sessioni di interventi liberi.
“Ho conosciuto Giorgio Rivalenti 30 anni fa dai banchi di un’aula universitaria dell’Ateneo di Ferrara – afferma il prof. Maurizio Mazzucchelli docente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia- dove lui si era appena trasferito come Docente di Petrologia e io ero uno studente del Corso di Laurea in Scienze Geologiche. Fin dalle prime lezioni rimasi colpito dall’ ineccepibile rigore scientifico che permeava le esposizioni delle varie ipotesi petrogenetiche e dall’evidente desiderio di conoscere e capire che emergeva quando illustrava i problemi ancora irrisolti. Con quelle lezioni e durante il periodo della mia tesi di laurea mi contagiò letteralmente con quello sviscerato <amore> per la ricerca scientifica. La mia decisione di intraprendere la carriera del ricercatore fu la logica conseguenza di come avevo assimilato i suoi insegnamenti. In tutti gli anni, che ci hanno poi visto condividere le ricerche nel campo petrogenetici, questa sua dedizione per la ricerca e l’impegno nel trasmettere il sapere e stimolare la curiosità delle generazioni di studenti, che si sono susseguite, sono entrati a far parte di me”.
Per ulteriori informazioni contattare il prof. Maurizio Mazzucchelli mail telefono 059/205 5820
Chi era il prof. Giorgio Rivalenti
Giorgio Rivalenti, nato a Modena il 20 luglio 1940, era considerato nel suo campo una vera autorità come dimostrano le sue numerose pubblicazioni scientifiche, quasi un centinaio, molte della quali redatte in collaborazione con eminenti studiosi stranieri.
Si era laureato in Scienze Geologiche presso l’Università degli Studi di Modena nel 1965 e a soli 35 aveva vinto nel 1975 il concorso a cattedra come Professore Ordinario, risultando in quel momento, uno dei più giovani (se non il più giovane) Ordinario in Scienze della Terra, il Dipartimento in cui lavorava e dove tutti lo ricordano.
E’stato Professore Incaricato di Giacimenti Minerari presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia dall’anno accademico 1965/1966 all’anno accademico 1972/1973. Dal Gennaio 1967 è stato Assistente Volontario presso l’Istituto di Mineralogia e Petrologia dell’allora Università degli studi di Modena e quindi Assistente Ordinario di Petrografia Applicata sempre presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali negli anni accademici 1973/1974 e 1974/1975. Il 1° Dicembre 1975 è stato nominato Professore Straordinario di Petrografia presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università degli Studi di Bari, mentre l’anno successivo è stato trasferito come Professore di Mineralogia presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università degli Studi di Trieste. Il 1° Novembre 1978 è stato trasferito come Professore di Petrografia presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università degli Studi di Ferrara, dove è rimasto fino al 1° Novembre 1986, quando ha fatto ritorno come Professore di Petrografia del Metamorfico all’Università degli studi di Modena.
E’ stato coordinatore di corsi di Dottorato di Ricerca continuativamente per oltre 10 anni ed è stato coordinatore nazionale e locale di vari Progetti di ricerca CNR e MIUR nazionali e internazionali. E’ stato inoltre responsabile scientifico di accordi di collaborazione internazionale stipulati tra le varie sedi universitarie, dove ha prestato servizio, e le università di San Paolo del Brasile e La Plata in Argentina. Ha fatto parte di vari comitati organizzatori di congressi nazionali e internazionali ed è stato “Guest Editor” per la pubblicazione su prestigiose riviste scientifiche internazionali dei lavori scientifici presentati. I suoi principali argomenti di ricerca sono stati lo studio dei processi genetici delle rocce del mantello terrestre e della crosta profonda. Tali ricerche sono state condotte prevalentemente in Groenlandia, nelle Alpi Occidentali e in varie zone del continente Sudamericano. I modelli genetici delle rocce studiate sono stati pubblicati su prestigiose riviste internazionali (quali Nature) e alcuni sono tuttora validi. Gli studi più recenti, pubblicati insieme ai suoi collaboratori sui processi genetici delle rocce del mantello terrestre, hanno rovesciato alcuni dei punti cardine su cui si basava l’interpretazione corrente di tali rocce. I processi petrogenetici oggetto degli studi di Giorgio Rivalenti non trovano riscontro soltanto nella pura ricerca di base, ma in contesti ambientali essi controllano, ad esempio, i processi di inquinamento dei suoli ad opera di elementi pesanti tossici ed i processi di degrado dei beni naturali e culturali, mentre in campo industriale influenzano, ad esempio, i processi ceramici e metallurgici.
L’argomento di ricerca principale nei primi anni di attività scientifica (fino al 1974) è stato lo studio petrologico e strutturale di basamenti Archeani. In questo ambito, le ricerche hanno riguardato i basamenti cristallini delle regioni di Frederikshaab e Fiskenaesset (Groenlandia Occidentale). Argomenti di ricerca dal 1975 in poi sono stati: 1) caratteristiche della transizione crosta-mantello e interazione tra magmi mantellici e crosta; 2) caratteristiche petrologiche e processi di sistema aperto in complessi stratiformi; 3) petrogenesi di magmi anorogenici continentali in relazione all’evoluzione della sorgente; 4) petrologia del mantello litosferico in zone di subduzione e in zone anorogeniche continentali. Risultati importanti sono: a) modelli petrologici, tuttora in vigore, sulle transizione crosta-mantello e sui processi di ibridizzazione in crosta profonda su magmi di mantello nel complesso basico Ivrea-Verbano; b) modelli petrologici sui complessi stratiformi di Fiskenaesset (Groenlandia) e Niquelandia (Brasile); c) relazioni temporali (Archeano-recente) evolutive della composizione di magmi basici anorogenici (Sud America); d) variazioni della composizione dei fluidi di placca e del loro effetto sul cuneo di mantello supra-subduttivo (Argentina); e) processi metasomatici di mantello documentati in xenoliti ( Sud-America) e in massicci peridotitici continentali (Ivrea-Verbano) Le ricerche più recenti, invece, si sono focalizzate su: a) origine di fluidi metasomatici, processi di percolazione e reazioni nel mantello litosferico in zone di retroarco (Patagonia) e in zone continentali sovrastati plumes (NE Brasile); b) processi di percolazione e reazione di fusi di vario tipo nei massicci peridotitici Alpini nella zona Ivrea-Verbano; c) processi di interazione tra fusi di mantello e crosta in complessi stratificati continentali anorogenici (Niquelandia, Brasile) ed eventuale controllo sui depositi minerari associati.