“Sebbene la guardia di finanza ha compiuto il proprio lavoro multando le copisterie che avrebbero violato i diritti d’autore, occorre riflettere sul costo dei testi universitari e sulla opportunità di un copyright che è una vera e propria tassa sul sapere”. “Sbagliano poi i titolari delle copisterie a puntare il dito sulle biblioteche, ultima ancora di “salvezza” per chi voglia studiare ed approfondire senza spendere una fortuna. Il diritto allo studio va praticato e non soltanto teorizzato; se da una parte è giusto punire chi trasgredisce la legge a scopo di lucro, dall’altra bisogna rivedere e regolamentare tutto il sistema dei libri di testo. Altrimenti si ristabilisce l’accesso alla istruzione per censo e a rimetterci sono sempre e solo gli studenti”.
Così Antonio Del Prete, segretario regionale di “Gioventù Italiana”, movimento giovanile de “La Destra”, e responsabile nazionale de “la Destra” per l’Università e la ricerca scientifica.