In riferimento agli articoli pubblicati nei giorni scorsi sulla stampa locale e riguardanti le preoccupazioni del Consigliere Comunale e Regionale Andrea Leoni su un presunto uso scorretto dell’inglese nella segnaletica al Policlinico di Modena, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico di Modena desidera fornire alcune precisazioni.
Il testo cui si riferisce il Consigliere Leoni non è la segnaletica ufficiale montata al Policlinico ma un foglio di servizio tradotto in più lingue per comodità dei pazienti. Il testo, distribuito in italiano, inglese e arabo recita: “Dopo l’ospedale non sei sola. Telefona e recati al CONSULTORIO del tuo comune, lì troverai un’ostetrica che può aiutarti a risolvere i tuoi problemi di allattamento, ecc” che è stato tradotto in inglese così: “After the Hospital you’re not alone. Telephone or visit the CONSULTORY of your commune, where you will find an obstetrcian who will help you to resolve such problems as breastfeeding, etc”. La traduzione è stata eseguita da una traduttrice di madre lingua che ha ritenuto opportuno tradurre i termini su cui ha espresso dubbi il Consigliere Leoni, cioè <<consultory>>, <<commune>> e <<resolve>>, in questo modo nell’ottica di scegliere una parola, corretta in inglese, che potesse essere facilmente comprensibile a tutti coloro che parlano inglese, anche approssimativamente, grazie a una certa somiglianza con la parola italiana”. <<Consultory>> traduce <<consultivo>> mentre <<consulting room>> significa <<Ambulatorio>> e quindi la parola è sembrata più comprensibile a un vasto pubblico di <<Health Care Center>> locuzione che, in assenza di una parola di identico significato in inglese poteva essere utilizzata per la traduzione. Allo stesso modo <<Commune>>, da dizionario, significa proprio <<Comune>> e <<to Resolve>> significa effettivamente <<Risolvere>> nella sfumatura <<chiarire, definire>> con un significato che, semmai non è scorretto ma traslato.
“In altre parole – spiega Simonetta Ferretti Direttore Servizi per l’Ospitalità – non si è trattato certamente di uno svilimento della lingua inglese che, anzi costituisce certamente un efficacie strumento di comunicazione con gli utenti stranieri. La lingua inglese, però, non è un monolite e non sempre è possibile tradurre termini italiani in maniera univoca in inglese. In assenza di un esatto corrispettivo inglese, occorre effettuare delle scelte, tenendo conto dell’esigenza di far comprendere il testo a quante più persone possibili. La decisione di individuare, ove possibile, il termine che dal punto di vista semantico sia più simile a quello italiano è anche utile per aiutare gli stranieri guadagnare sempre più dimestichezza con la nostra lingua. Tuttavia, verificheremo, come di consueto la comprensibilità dei termini usati, intervistando i fruitori degli stessi”.
La determinazione di predisporre la segnaletica in arabo, oltre che in inglese, e in italiano, è motivata dal fatto che, soprattutto nell’Area Materno Infantile, vi è un utenza pari al 60,4% di madre lingua araba ed il 15,7% che conosce l’inglese. “Siamo consapevoli che vi sono altre etnie fortemente rappresentate tra i nostri utenti – ha concluso la dottoressa Ferretti – come quella cinese (3,7.%), e albanese (3,5%) ma in un’ottica di equilibri di costi e benefici si è scelto di predisporre segnaletica nelle due lingue che, oltre a quella italiana, ci assicuravano di raggiungere la maggior parte dei nostri utenti”. Per ciò che attiene la documentazione cartacea è abitudine, invece, tradurre nelle sei lingue principali i messaggi ritenuti di utilità. Ricordo inoltre, che il Policlinico da anni ha attivato il servizio di “mediazione culturale” che consente d’intervenire, su specifica richiesta degli stessi utenti o del personale sanitario, con mediatori culturali per specifiche etnie. Tale servizio è da sempre considerato un fiore all’occhiello del Policlinico, che ha saputo dare una risposta al bisogno di una popolazione locale che muta favorendo così le politiche d’inclusione”.