“A leggere quello che descrivono i giornali, quella di oggi dovrebbe essere una giornata funesta, invece il clima è sereno, dal punto di vista meteorologico così come in casa nostra ed anche per quanto riguarda me in prima persona. Questa è una giornata come tutte le altre. Si affrontano quotidianamente i problemi che si presentano, cercando sempre di prestare la massima attenzione e di fare meno errori possibili. La vicenda che riguarda l’Ingegner Taçi non è paragonabile a quella di Tacopina un anno fa: sono due storie diverse. Taçi da tempo era in contatto con noi e si dichiarava disponibile a rilevare una quota di maggioranza del Bologna; fatte le opportune verifiche dello stato dei suoi capitali, abbiamo sancito un accordo, con un contratto preliminare autenticato da un notaio, per la vendita dell’80% della società al prezzo convenuto di 24 milioni di euro. Mancava solo la verifica dei libri contabili e l’advisor di levatura internazionale che per una settimana se ne è occupato (la Price Waterhouse, assieme ai nostri professionisti) non ha riscontrato alcun elemento negativo per quanto riguarda la società; e ne siamo convinti noi per primi, che in questi quattro anni abbiamo sempre cercato di fare molta attenzione perché ci fosse trasparenza nell’amministrazione della società. Lunedì ci doveva essere l’incontro finale, per martedì era fissato il trasferimento delle quote davanti al notaio e nel pomeriggio la relativa conferenza stampa, da Taçi ipotizzata all’Hotel Baglioni; ma lunedì pomeriggio ci è arrivata in ufficio una comunicazione via fax in cui Taçi dichiarava di non avere più intenzione di presentarsi alla sottoscrizione dell’accordo. Non ha addotto spiegazioni, né ha mai chiesto una riduzione del prezzo e io, nel momento in cui vi parlo, non sono ancora a conoscenza delle motivazioni che hanno spinto il signor Taçi ad agire in questo modo. Il suo comportamento è legittimo, perché il contratto sottoscritto prevedeva la possibilità, a suo insindacabile giudizio, di procedere o meno all’acquisto, pertanto non posso nemmeno pretendere spiegazioni. Non è quindi successo niente: è un’evoluzione che nella trattativa poteva accadere. Da parte nostra, qualche settimana fa un fatto aveva indotto a prendere in considerazione la possibilità di cedere la società: dai tifosi e dai giornali appariva che la nostra presenza alla guida del Bologna fosse ormai di troppo e che sarebbe stato opportuno farla terminare. Io rispetto i tifosi, che sono una componente di questa società, e rispetto i giornalisti, che ci accompagnano; rispetto anche quei tifosi che hanno usato espressioni poco convenienti nei nostri confronti: hanno la facoltà di dimostrare il loro eventuale disappunto. Noi, per cedere la mano, abbiamo individuato tra tante alternative quella più concreta: cedendo la maggioranza della società a Taçi, pensavamo di dare maggiore concretezza e risorse al club; l’unico interesse a cui abbiamo pensato è quello del Bologna, non il nostro, altrimenti avremmo potuto agire diversamente. Nel momento in cui questo percorso non ha avuto lo sbocco che pensavamo, nell’interesse del Bologna restiamo qui, pur in un momento difficile per il mondo imprenditoriale nel quale ci sono sempre meno risorse. Non aspettiamoci quello che poteva fare questo signore, la cui ditta fattura 6 o 7 miliardi di euro l’anno, ma noi vogliamo bene a questa società, la nostra famiglia di risorse ne ha e farà dei sacrifici per rafforzare la squadra. Come io porto rispetto a tutti coloro che in queste settimane hanno espresso giudizi, desidero che si porti rispetto anche a noi per quello che abbiamo fatto, contribuendo insieme ad altri a risanare il Bologna e facendo il possibile perché rimanesse in Serie A, con il contributo del mister, di Salvatori, dei giocatori e di tutto lo staff. Il Bologna è il Bologna e non intendiamo abbandonarlo: con noi, l’allenatore Giuseppe Papadopulo, il ds Fabrizio Salvatori e il dg Pier Giovanni Ricci sono tutti determinati e mossi da intatto entusiasmo”.
L’unico messaggio che ha ricevuto da Taçi è quel fax di lunedì pomeriggio?
“Lui successivamente mi ha telefonato dicendo che non avrebbe sottoscritto il contratto per motivazioni riservate. Aveva la facoltà di recedere (era un finestra che gli avevamo concesso noi) ed ha ritenuto opportuno farlo”.
Se Taçi dovesse ripresentarsi riaprendo uno spiraglio per l’acquisto del Bologna, cosa fareste?
“Gli daremmo ascolto, se avrà intendimenti seri come aveva mostrato di averli in queste settimane: voleva entrare nel Bologna e fare investimenti per il bene di questa società. Figuratevi che ancora domenica sera alle 19 eravamo al Baglioni con lui e, oltre a dire di voler organizzare la conferenza stampa per la presentazione ufficiale, ha anche chiesto di incontrare il Sindaco, cosa che è avvenuta: il Sindaco si è intrattenuto con noi per una mezzora e Taçi ha ribadito davanti a lui l’interesse di acquistare il Bologna. Abbiamo incontrato Taçi più volte in questo periodo, sappiamo che il suo gruppo è solido: l’abbiamo verificato; quando arriva Tacopina vado al mare, ma quando arriva Taçi resto qui e sto molto attento”.
Pensa che Taçi possa essere orientato ad entrare nel calcio italiano acquistando un’altra società?
“Non lo so. Noi andiamo avanti e dobbiamo pensare al Bologna. Taçi è stato una meteora che è passata: se si fosse fermata, avrebbe dato benefici alla società. Ma noi non siamo da buttare via; non abbiamo i mezzi del signor Taçi o di Berluscioni, ma siamo attrezzati per affrontare il campionato assieme al ds Salvatori e al mister Papadopulo”.
Sabatini ha lanciato una proposta per sedersi intorno a un tavolo e rilanciare lo sport bolognese.
“Ne approfitto per fare un appello a voi e ai tifosi: state vicini alla squadra. E invito gli imprenditori della città che siano interessati a fare un sacrificio (oggi entrare nel Bologna vuol dire fare sacrifici) in compagnia per il bene del Bologna e della città, perché il Bologna è un patrimonio di questa città. Però le manifestazioni di interesse concrete non si fanno attraverso i mezzi di comunicazione, bensì attraverso colloqui tra imprenditori. Per la verità, Sabatini si era anche rivolto a Ricci per chiedere se c’era interesse a fare una chiacchierata con lui, ma in quel momento era avviata la trattativa con Taçi, su cui eravamo concentrati; a Sabatini, che ha fatto apprezzamenti sui valori e sulle cifre di cui si discuteva, dico che il Bologna non è in saldo, la società è sana e noi abbiamo le idee chiare”.
Quindi da cosa si riparte ora?
“Si riparte da noi. Incombono gli acquisti per completare la squadra e un piano strategico l’abbiamo già delineato ieri mattina”.
I soldi per il riscatto di Osvaldo sono stati versati?
“Sì, certo. Gli impegni nei confronti della Lega li onoriamo, attraverso cash o fideiussioni”.
(Bologna F.C. web site)