Il piadinaro potrà continuare tranquillamente a vendere la birra e come lui anche tutti quegli ambulanti – purché muniti dell’apposita licenza o autorizzazione – che operano su spazi pubblici durante sagre, mercati e manifestazioni di vario genere. Lo ha stabilito il Ministero dello sviluppo economico dopo aver raccolto le preoccupazioni di Confesercenti. Soddisfazione è stata espressa dal presidente di Anva-Confesercenti Modena Alberto Guaitoli: “Il nostro appello è stato accolto. Scongiurata la chiusura di tante attività”.
Gli operatori del commercio che esercitano la loro attività su aree pubbliche, nei mercati e nelle fiere, o che commercializzino i propri prodotti in forma itinerante, tirano un sospiro di sollievo. Potranno infatti tranquillamente continuare ad effettuare la vendita di alcolici in recipienti chiusi, come fatto fino ad ora. Lo stesso, chi effettua la somministrazione di alcolici nell’ambito di sagre, feste e riunioni straordinarie di persone in genere, sulla base di autorizzazione temporanea alla somministrazione di alimenti e bevande, non avrà alcun problema a continuare questa normale attività. Lo ha chiarito con una propria risoluzione (n. 69837, del 30 luglio 2009), il Ministero dello sviluppo economico, raccogliendo le preoccupazioni di Confesercenti, che nelle ultime settimane aveva lanciato l’allarme circa il rischio che un’erronea interpretazione dell’art. 23 della Legge comunitaria 2008 (Legge n. 88/09) potesse comportare un illogico stop alle regolari attività commerciali su aree pubbliche.
La risoluzione ministeriale – dichiara Alberto Guaitoli, presidente di Anva-Confesercenti Modena – oltre ad accantonare l’erronea interpretazione della legge sancisce chiaramente che gli operatori ambulanti su aree pubbliche, autorizzati alla vendita di prodotti alimentari, possono continuare a commercializzare le bevande alcoliche in recipienti chiusi nei limiti e secondo le modalità vigenti, e che la somministrazioni di alcolici è consentita soltanto a chi sia titolare della licenza di cui all’Art. 86 del TULPS. Si è evitato in questo modo di dare vita ad un’assurda forma di proibizionismo e creare una situazione di disparità di trattamento tra tipologie di esercenti, che avrebbe potuto comportare come conseguenza la chiusura e perdita di lavoro da parte di molti ambulanti”.
“L’auspicata soluzione in tempi brevi è stata quindi trovata. Rimane comunque fermo anche da parte di Anva-Confesercenti – sostiene Isa Tosi segretario provinciale Anva-Confesercenti Modena – l’impegno a combattere la piaga dell’abuso del consumo di alcolici, privilegiando l’educare al bere bene e consapevole”.
Si ricorda che tutte le sedi di Confesercenti dislocate sul territorio provinciale sono a disposizione per qualsiasi tipo di chiarimento in merito.