Trend delle presenze in calo nelle strutture alberghiere dell’Appennino modenese nel mese di giugno. Tuttavia, tra gli imprenditori nonostante le crescenti incertezze, prevale ancora l’ottimismo rispetto all’evoluzione della stagione estiva 2009. È il segnale che emerge dal sondaggio effettuato nell’ultima settimana di giugno da Assoturismo Confesercenti. L’indagine, che ha raccolto il parere venti titolari di alberghi della nostra montagna, confronta i dati dell’avvio della stagione estiva del 2009 con lo stesso periodo dell’anno precedente. Il 65% degli imprenditori intervistati parla di diminuzione delle richieste di soggiorno. A questi si affianca un 25% che confermano le presenze di 12 mesi prima e un 10% che evidenzia un incremento di richieste.
Ad attestare la delicatezza del momento, anche la durata del soggiorno che va mediamente dai 10 ai 12 giorni, ma che tende progressivamente a ridursi (nel 50% delle risposte). La conferma che da parte dei turisti prevale un atteggiamento prudente, arriva inoltre dall’assenza di ospiti che decidono di prolungare la propria permanenza. Nonostante queste premesse la maggior parte degli intervistati (il 42%) guarda con ottimismo alla stagione estiva, mentre un 33% che si dice incerto e il rimanente 25% piuttosto pessimista.
Sul versante dei turisti è l’andamento dei prezzi il positivo rovescio della medaglia di una fase faticosa e incerta per gli albergatori: il 75% delle strutture oggetto dell’indagine ha mantenuto invariato il listino, l’8% lo diminuirà mediamente del 5% e solo il 16% applicherà piccoli aumenti, comunque nell’ordine massimo del 2%. Interessante è anche l’analisi della provenienza degli ospiti. Pur prevalendo ancora la presenza di modenesi (il 35% del totale), si registra anche un flusso turistico, del 33%, che arriva da fuori regione e un 6% di stranieri. Il rimanente 26% risiede in Emilia Romagna, ma fuori dalla provincia di Modena.
Sul piano qualitativo dal sondaggio emergono infine due ulteriori interessanti indicazioni. Rispetto allo scorso anno, un albergo su tre ha arricchito la propria offerta di servizi. In questo caso gli investimenti si concentrano sull’area fitness e benessere con la creazione, ad esempio di aree dedicate, come solarium e idromassaggio. A fronte di uno sforzo che coinvolge direttamente gli operatori, le risposte mettono anche in luce che si valuta non ancora sufficientemente sviluppato il tema della promozione complessiva del territorio. Cresce, in altre parole, la consapevolezza che va rafforzata l’identità dell’Appennino modenese come luogo che è in grado di soddisfare le sempre più articolate richieste del turista: dalla qualità dell’ambiente naturale, all’offerta di itinerari culturali e gastronomici, dalla proposta di spettacoli sino alla possibilità di praticare vari tipi di sport.
“Il potenziale del nostro Appennino, in tutte le stagioni, è notevole e va promosso con ancora più efficacia, anche se esperienza positive come il Consorzio Valli del Cimone non mancano. Accanto all’iniziativa del singolo servono azioni coordinate. Il turismo, non solo in Appennino, è una grande risorsa per la nostra economia anche perché un numero sempre maggiore di imprese produce ed offre servizi collegati direttamente o indirettamente al turismo. L’Associazione sta sviluppando un’approfondita analisi del settore e presto avanzerà una serie di proposte a valenza provinciale. Con riferimento specifico all’Appennino, sarebbe importante istituire un tavolo di cui dovrebbero far parte tutti i responsabili delle associazioni di categoria e gli assessori al turismo delle realtà montane modenesi, oltre naturalmente a quello della Provincia. Il lavoro e l’obbiettivo comune dovrebbero essere quelli di una promozione turistica mirata del territorio, dato che le opportunità non mancano”, spiega Paolo Lutti, presidente dell’Area del Frignano di Confesercenti.