Ieri, domenica 5 luglio, nel parco Diamante del quartiere Orologio (via Wagner – circoscrizione Ovest – Reggio Emilia) si è tenuta l’intitolazione del viale dell’area verde ai Martiri di Lhasa, morti per l’indipendenza del Tibet.
Alla scopertura della targa erano presenti Mauro Bonaretti, direttore generale del Comune di Reggio Emilia, Stefano Dallari, presidente di Casa del Tibet di Votigno – Canossa, Valeria Montanari, consigliere provinciale, Antonio Zambonelli dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi), Mario Guidetti, William Orlandini e Fausto Castagnetti per la Circoscrizione Ovest.
Importante la presenza di una delegazione di monaci tibetani provenienti dal monastero di Gaden Jantse (India) e di cui due monaci – Tashi Tsering Lama e Nawang Dhondup – vivono stabilmente nella Casa di Votigno.
Alla cerimonia hanno partecipato anche una delegazione di Catanzaro composta da Gigi Puccio, consigliere comunale di Triolo (Catanzaro) e Luigi Bevacqua, campione di montain bike, con il gruppo Biking for Peace gruppo sportivo della Casa del Tibet.
“Lhasa è stata la città dove sono avvenuti gli scontri nel 1959 e nel 2008 – ha detto Mauro Bonaretti dopo aver ringraziato la Circoscrizione per la proposta di solidarietà avanzata e subito accolta dall’Amministrazione comunale – Al popolo tibetano, che per più di trecento anni e per propria scelta non ha avuto un esercito, è stata negata la possibilità di vivere in libertà; il capo spirituale del popolo tibetano, il Dalai Lama, è costretto a vivere esiliato in India dal 1959; i profughi tibetani in India oggi sono più di 120 mila. L’intitolazione di questo viale, all’interno di un parco dedicato alle religioni, è il segno della vicinanza di Reggio al popolo tibetano la cui cultura ha anteposto da sempre i valori spirituali a quelli materiali. Un popolo pacifico, al quale è stata negata ogni espressione di libertà”.
“La vostra democrazia è una responsabilità per l’intero pianeta – hanno spiegato i rappresentanti del monastero di Gaden Jantse, uno dei più grandi dell’India, ospitati in questi giorni nella casa del Tibet di Votigno – Non ci è permesso di studiare la nostra lingua e di svolgere un ruolo religioso. La situazione odierna degenera sempre più e dietro l’apparenza ci sono solo vuoto e amarezza. L’Italia è una nazione libera e democratica e a noi tibetani tutto ciò ci è sempre stato negato. Il sostegno della città di Reggio è davvero importante”.