”Parlo da mesi con Luciano Moggi ma lui non vuole entrare nel Bologna e io non voglio che entri. Il caso-Moggi non esiste”. Così il proprietario del Bologna Renzo Menarini si è smarcato dalle voci, mai smentite, che parlavano di un ritorno nel calcio dell’uomo simbolo di Calciopoli. La figlia, Francesca Menarini, ha ”smentito le notizie roboanti uscite sulla stampa. Sono inesatte, prive di fondamento, non c’è nessun passaggio di proprietà, nè nuovi soci”.
Dal sito web ufficiale del Bologna F.C.
Il Geometra Renzo Menarini interviene in merito ai temi trattati in questi giorni dai media.
“Finito il campionato, la società ha cominciato a pensare al futuro: abbiamo sofferto tutti ma siamo riusciti a rimanere in A e dal primo giugno è iniziato il cammino per costruire una squadra competitiva, che possa stare nella parte sinistra della classifica. Però ci dobbiamo muovere con attenzione: abbiamo confermato l’allenatore Papadopulo e il direttore sportivo Salvatori, due persone che godono della fiducia di tutta la società. Poi chi lavora può commettere errori, io per primo, ma l’importante è essere determinati e mettere il massimo della propria professionalità; noi non siamo uomini di calcio e ci affidiamo ai professionisti che abbiamo in casa. Nell’anno in cui abbiamo gestito noi la società c’è stata un’emorragia di capitali che abbiamo cercato di contenere invitando altri ad entrare in società ma nessuno a Bologna ha risposto all’appello in modo concreto e comunque chi entra deve condividere le nostre idee e il nostro cammino, altrimenti saremmo noi ad uscire. Ora il nostro obiettivo è uno solo: costruire una squadra competitiva; stiamo lavorando con Salvatori per questo e, se sinora non sono state concluse operazioni di mercato, è perché quelle che si sono presentate, e di cui i giornali hanno scritto, non erano congrue con le nostre visioni dal punto di vista del valore economico. Poi apro una parentesi e la chiudo: il caso Moggi non esiste, lo conosco, parlo con lui, sono stato in passato ospite a casa sua e ieri, dato che lui era a Bologna, ci siamo incontrati a cena, abbiamo parlato di calcio ma lui non vuole entrare nel Bologna e io non voglio che Moggi entri nel Bologna. E dico un’altra cosa ai tifosi: devono stare tranquilli, non li tradiremo; non chiediamo a nessuno di firmare una cambiale in bianco: chi intende sottoscrive l’abbonamento può aspettare di verificare se riterrà competitiva la squadra che stiamo allestendo. Da parte nostra, chiediamo solo di lavorare in questo senso, perché come proprietari del Bologna abbiamo un dovere verso la città e non ne verremo meno”.
Perché, secondo, hanno iniziato a circolare voci che accostano il nome di Moggi al Bologna?
“Sono io il responsabile, se ritenete che parlare con Moggi sia peccato. Ma lui a me ha detto: “io con il calcio diretto ho finito, non ho intenzione di entrare in alcuna società”. Ieri sera era a cena con me, ma non per questo mi devo vergognare né devo stare qui a renderne conto, perché non l’ho mai coinvolto nelle sorti del Bologna né lui ha chiesto di esserne coinvolto. Ma chiudiamo il discorso e guardiamo più avanti: il caso Moggi non esiste: lo dice il Presidente del Bologna e lo confermo io”.
Ma ieri Moggi ha affermato di aver cercato compratori di quote del Bologna.
“L’ha detto anche a me, ma il mio parere è non c’era spazio per questo e, comunque, non sono stati fatti nomi e cognomi: ha detto solo che conosce gente che cerca investimenti in società calcistiche, niente di più”.
Nemmeno il nome di Ceravolo ha a che fare con il Bologna? Ieri era in città.
“So che Ceravolo era a Bologna ieri, ma non so in quale veste. Di certo, nel Bologna non ha nessun ruolo: in società rimane la compagine che c’è oggi”.
Passando al mercato, mancano dieci giorno al ritiro e la squadra si presenta al momento con la stessa rosa dello scorso anno: ci saranno interventi prima della partenza per Sestola?
“Non lo so: non sono un indovino: se per quel giorno la rosa non sarà completa, verrà completata dopo. L’ho detto anche in Lega: se non c’è maggiore attenzione da parte di noi presidenti e azionisti per far diminuire i costi, questo calcio va a ramengo perché nelle entrate siamo in un periodo di crisi e gli sponsor saranno più attenti a mettere capitali. Una squadra di calcio non può fare affidamento a spese sempre maggiori negli emolumenti dei giocatori: l’ha detto anche qualcuno dei miei colleghi di Serie A. Per questo il nostro progetto relativo allo stadio esisteva,esiste e sarà portato all’attenzione dei nuovi amministratori della città, potendo contare anche sulla nuova legge che sta per uscire per la costruzione di nuovi stadi di moderna concezione, alla stregua degli impianti inglesi e tedeschi; io l’ho letta, è molto interessante e cercheremo di sfruttarla per le esigenze del Bologna FC, perché il Dall’Ara è superato da vari punti di vista e comunque il nuovo stadio, se nascerà, dovrà essere di proprietà del Bologna. Ne dobbiamo parlare con i nuovi amministratori: l’Emilia-Romagna ha un legge urbanistica (dal mio punto di vista superata, ma esiste) che individua luoghi precisi per queste strutture; è evidente che le scelte devono essere concordate con le amministrazioni, in particolare con la Provincia”.