Martedì 23 la Study Week di Progettinfanzia della Bassa reggiana ha fatto sosta a “La Ginestra”, la Scuola dell’Infanzia Comunale di Poviglio. Una delegazione svedese, composta di educatori e pedagogisti, ha potuto passare l’intera giornata in compagnia delle maestre e degli alunni dell’istituto.
“Una giornata molto positiva – afferma l’Assessore alla Cultura Ferrari, presente all’iniziativa – che si è articolata attraverso scambi e dibattiti aperti. La discussione, che si è sviluppata intorno al modello pedagogico reggiano, ha portato ad un’interazione complessiva sulla visione del mondo bambino e sulle metodologie di lavoro. Una riflessione sui servizi e sulle potenzialità educative dei due paesi che confermano il clima di collaborazione instaurato tra la Bassa reggiana e la Svezia”.
Gli ospiti sono stati accolti nel cortile della scuola con una breve introduzione alla sua storia e alla sua filosofia educativa: reggiana certo, nel solco della grande tradizione che parte da Loris Malaguzzi, ma con una sua particolare identità. Successivamente la delegazione ha potuto passare qualche ora in visita alle diverse sezioni della scuola per osservare l’attività nel suo svolgersi. “I bambini – racconta Rossana Soncini, educatrice dell’istituto – sono ormai abituati alle visite e non si distraggono. La nostra è una scuola “aperta”, nel senso di un positivo scambio con il mondo esterno, sempre controllato e sicuro, ma costante: non solo delegazioni straniere, ma anche tirocinanti, stagisti, esperti di varie discipline che passano dalla nostra scuola e ci aiutano a moltiplicare gli stimoli culturali per i nostri bambini”.
Terminata la visita, è giunto il momento del question time: i componenti della delegazione hanno avuto cioè l’opportunità di fare domande alle insegnanti, e si sono soffermati con grande interesse soprattutto sul modo di lavorare per progetti e non per programmi. Decisamente ad hoc, quindi, l’incontro pomeridiano con la pedagogista Tania Bertacchi, che ha tenuto una lezione sulla progettazione e sull’importanza della documentazione del lavoro svolto dai bambini.
Ma dieci anni di scambi culturali cosa hanno prodotto? Rossana Soncini, che è da poco tornata dalla Svezia, ci racconta: “Abbiamo visitato molte scuole e spesso abbiamo avuto modo di apprezzare alcuni metodi “importati” dall’Italia. Fermorestando però che anche noi abbiamo molto da imparare da loro…”. Viene il sospetto che sia proprio questo atteggiamento di umiltà e disponibilità all’ascolto e all’innovazione che rende speciali le scuole reggiane.