“Sulla sicurezza a Reggio, il Comune e la Regione Emilia-Romagna chiudono gli occhi”. Ad affermarlo è Fabio Filippi, Consigliere regionale del Popolo della Libertà.
“A Reggio Emilia, – dichiara Filippi – il problema sicurezza è evidente nel centro città come nelle periferie. Numerose sono state, in questi ultimi mesi, le segnalazioni di comportamenti illegali: emblematico il caso di Pieve Modolena. A Pieve, nel mese di maggio, diversi sono stati i furti in appartamento senza che i colpevoli fossero individuati. Tra la popolazione si è creato allarme e tensione.
Solo pochi giorni fa i malviventi, tre slavi, si sono ripresentanti a Pieve, i cittadini hanno cercato, con l’unica arma della persuasione, di allontanarli. I ladri, per nulla intimoriti, hanno minacciato gli abitanti della frazione, dicendo loro di non parlare, altrimenti ci sarebbero state pesanti ripercussioni.
La situazione non è migliore nei complessi abitativi di via Zambonini e di via Piani, sempre a Pieve, dove sono siti un centinaio di appartamenti di proprietà dell’Acer, numerose sono state le segnalazioni degli inquilini al Comune: alcuni extracomunitari fanno, da anni, il bello e il cattivo tempo, minacciano, picchiano gli anziani, si ubriacano, ma per ora nulla è stato fatto.
Situazioni impensabili solo fino a pochi anni fa a Reggio Emilia. Non possiamo lasciare la città e la periferia in mano a criminali pericolosi. I cittadini reggiani hanno il diritto di vivere la propria città in totale tranquillità. Una Reggio sicura, significa una Reggio viva e attiva.”
Il Consigliere Filippi ha presentato un’interrogazione sul tema alla Giunta regionale, la risposta è stata evasiva e vaga.
“Nella storica Caserma Zucchi – aggiunge il Consigliere del Pdl – è noto a tutti quello che succede durante tutte le ore del giorno e della notte: traffico di stupefacenti, oltre allo smercio di capi contraffatti da parte di cittadini extracomunitari, spesso sprovvisti del permesso di soggiorno. Essendo la Caserma un parcheggio, molte giovani reggiane hanno dichiarato le loro paure, non si sentono sicure e quindi sono costrette a disertare l’area.
Un problema che evidentemente non sfiora neppure l’amministrazione regionale, che interpellata dal sottoscritto ha dichiarato in modo esplicito: ‘In ogni caso, dalle informazioni raccolte non risulta siano avvenuti in quell’area episodi di vittimizzazione.’
La Regione ha così archiviato la questione: ‘la maggior parte degli episodi di violenza contro le donne avviene all’interno delle mura domestiche e non nello spazio pubblico.’
Questo è il metodo che la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Reggio utilizzano per contrastare le tante forme d’illegalità presenti in città: infischiandosene”.