Il 65% delle imprese italiane che ha sfruttato le opportunità di andare sui mercati esteri offerte da SIMEST (Società italiana per le imprese all’estero) è costituito da piccole e medie imprese. Piccole e medie imprese per il 93% manifatturiere (solo il 7% sono legate ai servizi), a testimonianza della forza e dell’eccellenza del nostro sistema manifatturiero: meccanico, tessile, chimico, edilizia, sono solo alcuni dei settori.
E’ anche per questo motivo che CONFAPI, la Confederazione della piccola e media Industria privata, ha deciso di incrementare ulteriormente la collaborazione con SIMEST, partecipata in maggioranza dal Ministero dello Sviluppo Economico, firmando quest’oggi un accordo, che farà del duo CONFAPI-SIMEST l’interlocutore privilegiato per le pmi alla ricerca di nuovi mercati.
Il primo obiettivo dell’intesa è quello di fornire alle aziende un’informativa esaustiva sulle opportunità per un accesso “agevolato” all’estero. Esistono appositi fondi SIMEST a cui le imprese possono attingere per tutte le operazioni proiettate verso altri continenti. L’intesa prevede anche il potenziamento dei servizi di assistenza e consulenza CONFAPI-SIMEST per le aziende a caccia di nuove frontiere. Lo scopo è quello di valorizzare la produzione italiana di alta qualità delle piccole e medie industrie e non solo l’immagine di Italian style legata alle grandi griffe, nonché di migliorare la competitività della pmi sui mercati internazionali soggetti ad un’elevata concorrenza.
L’accordo è stato siglato dal presidente SIMEST, Giancarlo Lanna e dal presidente CONFAPI, Paolo Galassi.
«Le piccole e medie imprese italiane rappresentano motivo d’orgoglio della nostra economia. Un modello anti-crisi che ci vede al primo posto in Europa per un valore aggiunto che il sistema delle piccole medie imprese riesce a realizzare». Lo afferma Giancarlo Lanna Presidente della SIMEST. «Nonostante la crisi, nell’ultimo anno le nostre imprese sono riuscite con passione, capacità e coraggio a mantenere il livello delle loro esportazioni».
«E’ nella natura delle PMI girare il mondo alla ricerca di nuove idee e nuovi mercati, ha dichiarato Paolo Galassi, presidente Confapi, la Confederazione della piccola e media industria privata. Con questo accordo, le nostre 60mila imprese, ma tutte le pmi italiane, possono ora avere un ulteriore canale per i loro progetti di sviluppo e SIMEST può contare su un Sistema associativo presente in modo capillare sul territorio e allo stesso capace di intercettare e cogliere i segnali e le richieste delle PMI italiane».
«La SIMEST nella sua storia quasi ventennale – sostiene Lanna – ha dato un supporto attivo e concreto negli investimenti ad oltre 600 PMI. L’accordo che oggi firmiamo in Confapi è il primo di una serie che intendiamo portare avanti per supportare sempre meglio l’internazionalizzazione delle imprese impegnate nell’innovazione e nella ricerca di qualità che contraddistinguono la produzione italiana. Vorrei ricordare – continua Giancarlo Lanna – come il 2008 abbia anche segnato un vero e proprio boom per quanto riguarda il credito all’esportazione, essenzialmente incentrato sull’export di macchinari italiani, gestito da SIMEST, che ha raggiunto la quota di 6 miliardi di euro e che nei primi 5 mesi del 2009 è in linea con i numeri dello scorso anno: un dato questo che ci fa ben sperare per un’ inversione di tendenza delle nostre esportazioni».
Per quanto riguarda gli strumenti agevolativi gestiti da SIMEST per l’internazionalizzazione delle imprese italiane, i progetti approvati al 2007 sono più di 3.500, per un valore complessivo di circa 30 miliardi di euro.
Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Lazio e Toscana sono le regioni principali di provenienza delle PMI italiane all’estero, ma stanno crescendo velocemente anche le regioni meridionali.
I principali paesi verso i quali si sono rivolte le piccole e medie imprese sono Cina, Romania e Polonia (questi ultimi due fuori usciti dall’orbita SIMEST perché entrati nell’Unione Europea), ma anche USA, Regno Unito, Tunisia, India, Russia, per citarne le destinazioni principali.