assopiastrelleQuello che il decreto anticrisi ha tolto per aiutare le imprese ed i privati in difficoltà, le banche – in forma surrettizia – reintroducono dando libero sfogo alla fantasia. La misura di legge voluta dal Governo, che ha eliminato la commissione di massimo scoperto (l’aliquota applicata sull’importo di massimo prelievo nel trimestre), viene in questi giorni reintrodotta dalle banche, attraverso decisioni unilaterali, e con formule addirittura peggiorative del passato. Questa è la protesta già fatta da Confindustria Vicenza e Treviso, a cui ora si unisce anche l’Associazione delle imprese ceramiche italiane.

Confindustria Ceramica denuncia con forza le varie CDF (Commissioni disponibilità fondi), CSA (Commissioni su affidamenti), SSA (Spesa servizio affidamento). Nuove formule che nascondono prelievi finanziari ancor più pesanti che nel passato. Infatti, rispetto all’aliquota classica di CMS dello 0,125 o 0,250, le nuove formule prevedono una aliquota che può arrivare fino all’1% trimestrale. Magia delle magie, queste commissioni vengono pagate non solo quando si utilizzano i fidi (leggi, i soldi della banca), ma per il solo fatto di aver ottenuto la delibera di concessione, che talvolta, come denunciato da alcune aziende con posizione finanziaria netta positiva (leggi, soldi propri sul proprio conto corrente), viene effettuata unilateralmente dagli stessi istituti di credito. A tale situazione si deve aggiungere l’ulteriore, pesante allargamento degli spread sulle diverse forme di finanziamento.

L’Associazione italiana delle industrie della ceramica, pur riconoscendo che il comportamento è diverso da banca a banca, denuncia questa intollerabile manovra volta a scaricare sul settore manifatturiero l’onere della crisi, andando ulteriormente ad appesantire gli oneri delle imprese. Ciò che stupisce è che queste iniziative nascono anche da istituti di credito tradizionalmente vicini alle aziende del distretto.

“Confindustria Ceramica ha di conseguenza avviato una azione di monitoraggio, di concerto con il sistema confindustriale regionale, al fine di rimuovere qualsiasi atteggiamento che possa minare la competitività delle imprese ceramiche associate – afferma Franco Manfredini, Presidente di Confindustria Ceramica -. Auspichiamo che ci sia l’occasione di un chiarimento con le banche anche attraverso la costituzione di un apposito tavolo in ambito locale”.