Arriva l’estate, ma per circa sei milioni di italiani non è una buona notizia. Un connazionale su 10, infatti, soffre di un’irritazione della pelle provocata dalla semplice esposizione al sole: basta stare pochi minuti alla luce solare, per ritrovarsi con la pelle arrossata e piena di vescicole. E nell’80% dei casi il problema colpisce le giovani donne.Lo rivelano i dermatologi in vista dell’84esimo Congresso nazionale della Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse (Sidemast), che si terrà a Firenze dal 10 al 13 giugno. Si tratta di un problema spesso ignorato, o confuso con l’eritema solare, che invece si manifesta anche con prurito dopo un’eccessiva esposizione solare. L’allergia al sole, assicurano gli specialisti, è in continuo aumento: dal 2000 a oggi in Italia il numero di casi è raddoppiato.
“L’intolleranza al sole, o fotodermatosi, riguarda soprattutto persone giovani: il problema infatti emerge spesso dopo la pubertà. Purtroppo sono in aumento i casi anche fra pazienti affetti da patologie tradizionalmente curate proprio con l’esposizione al sole: oggi è allergico al sole il 7% delle persone con psoriasi e il 9% di chi ha la dermatite atopica”, spiega Antonello Baldo, responsabile del Gruppo di fotodermatologia Sidemast.
“Le cause non sono note, ma esiste indubbiamente una predisposizione individuale: se non si è inclini a sviluppare l’allergia, anche esponendosi molto il rischio di fotodermatosi non aumenta. Se invece si è predisposti – dice l’esperto – le prime esposizioni scatenano l’intolleranza”.
Nel mirino degli specialisti, “la maggiore frequenza di viaggi verso Paesi tropicali e di vacanze mordi e fuggi. Spesso si fa una ‘scorpacciata’ di sole limitata a due, tre giorni: l’estendersi di questa abitudine – ipotizza Baldo – porta alla luce un maggior numero di casi, che in passato magari non si sarebbero mai manifestati. Inoltre anche l’assottigliamento della fascia di ozono, con una minor filtro dei raggi, ha reso il sole più ‘cattivo'”.
I sintomi dell’allergia al sole, che in genere nei pazienti si manifestano alla fine della primavera o all’inizio dell’estate, sono semplici: la pelle esposta alla luce si arrossa e si copre di vescicole e piccole bolle. Nel nostro Paese è piu’ frequente la forma meno aggressiva, che vede coinvolte soprattutto braccia e decollete’, ma risparmia il viso. Il 15-20% della popolazione ha avuto almeno un episodio di intolleranza al sole; nella metà dei casi però la fotodermatosi si ripresenta e diventa un problema serio.
“Per prevenire la comparsa di questi fastidiosi sfoghi è opportuno consumare molta frutta e verdura durante tutto l’anno, ma soprattutto in questa stagione: gli antiossidanti proteggono la pelle dagli effetti del sole. Nei casi in cui si verifichi la presenza di un deficit di queste sostanze, può essere opportuna anche la prescrizione di integratori”, consiglia Baldo.
Fondamentale, poi, la protezione con un abbigliamento adeguato, “a base di capi chiari in cotone. E attraverso schermi e filtri solari da scegliere assieme al medico”, raccomanda l’esperto. “In caso di intolleranza al sole, infatti, per individuare il prodotto più adatto – spiega Baldo – può essere opportuno eseguire fototest per verificare il grado di sensibilità alla luce e fototest iterativi, in cui attraverso un ciclo di sedute di esposizione controllata alla luce si cerca di riprodurre in ambulatorio ciò che avviene nella realtà con un’esposizione solare ripetuta nel tempo”.
Questi esami servono a individuare il tipo di raggi responsabili della reazione allergica, e consentono di scegliere “filtri e schermi su misura per le proprie esigenze”. Nei casi più seri può essere indicata la fototerapia con raggi ultravioletti di tipo A o B: esponendo la pelle a dosi di luce man mano crescenti, si tenta di ‘abituarla’ a non reagire in maniera eccessiva. Per fortuna “nella maggior parte dei casi il problema si risolve spontaneamente con il passare del tempo”, conclude lo specialista.
Fonte: Adnkronos